IL POPOLO

Politica

Nei giorni scorsi, come ha già infomato questo giornale, il Movimento di Iniziativa Popolare, presieduto da Mattia Orioli e i rappresentanti del Comitato Palumbo, Bonalberti, Bonanni, Trenta e lo scrivente, nella Sala stampa della Camera dei Deputati hanno presentato la proposta della legge di iniziativa popolare per l’ elezione del presidente del consiglio dalle due camere in seduta congiunta e un sistema elettorale proporzionale con le preferenze.
Quello della legge elettorale è un tema che si propone costantemente alla vigilia di elezioni politiche, quasi che la crisi di sistema vissuto dall’Italia si possa risolvere col mutamento delle regole elettorali. Certo, dal mattarellum al porcellum e sino al rosatellum, sono stati numerosi i tentativi di trovare soluzioni, in ogni caso sempre corrispondenti agli interessi delle maggioranze di governo e parlamentari che hanno deciso di adottarle. Non sempre ai propositi hanno corrisposto i risultati.
Gli articoli scritti sul partito della Meloni (Fratelli d’Italia non è la nuova DC - https://www.ilpopolo.cloud/politica/1050-fratelli-d-italia-non-e-la-nuova-dc.html ) e sull’intervento della leader al meeting di Rimini (https://www.ilpopolo.cloud/politica/1852-la-democrazianistizzazione-di-giorgia-meloni.html ) hanno suscitato un certo interesse e non sono mancati gli interventi di amici, già democratici cristiani, che hanno votato Meloni e le sono apertamente sostenitori.
Con l’intervento al meeting di Rimini, Giorgia Meloni ha messo un altro tassello al suo progetto di virata al centro della politica italiana, con alcuni precisi riferimenti a principi e valori propri dell’area culturale e sociale dei cattolici italiani. Ovazione dai ciellini, sempre disponibili a sostenere le posizioni più diverse, quando toccano temi vicini alla loro sensibilità politico sociale, specie quelle di destra. Grande consenso anche degli amici di Ditelo sui Tetti, soddisfatti delle parole pronunciate dalla Meloni sulla parità scolastica pubblico-privata, distinte e distanti dalle posizioni tradizionali non solo della sinistra italiana, ma della stessa destra missina tradizionale.
Il governo aveva promesso il blocco navale per contrastare l’immigrazione, ha finito, invece, col bloccare una nave di soccorso di una ONG di italiani, attaccata a colpi d’arma da fuoco da una motovedetta regalata ai libici. Quando ci convinceremo che l’emigrazione dai Paesi della guerra e della fame è un fenomeno di dimensioni straordinarie e richiederebbe adeguate politiche di accoglienza a livello europeo e nazionale?
Avremo tra poche settimane l’opportunità di accertare se sarà possibile un’intesa tra tutte le diverse realtà culturali, sociali e politico organizzative dell’area cattolicae e raccogliere le 50000 (cinquantamila) firme che il movimento di Iniziativa popolare attiverà a sostegno di due Leggi di Iniziativa Popolare (LIP): la prima per il ritorno alla proporzionale con preferenza e la seconda per il cancellierato, alternativo all’ircocervo meloniano del presidenzialismo? Sarà questa la premessa indispensabile per avviare un percorso per la nostra ricomposizione politica.
Nei giorni scorsi la presidente Meloni ha giustamente festeggiato il superamento del traguardo dei mille giorni di durata del suo governo, che si colloca tra i più longevi della storia repubblicana. La stessa On Meloni ha più volte sottolineato l’esigenza di confrontare i risultati del suo governo rispetto alle aspettative e alle promesse indicate nella campagna elettorale nel 2022. Nei giorni scorsi avevo sintetizzato così questi risultati
La nota sui “cattodestri” di Ettore Bonalberti a stimolato la reazione di alcuni amici che sostengono il governo Meloni. Particolarmente interessante quella di Gianfranco Rotondi, il quale ha replicato così: Carissimo Ettore, ho già letto il tuo pezzo, e non mi riconosco nei ‘cattodestri’ , avendo frequentato Sullo, Gerardo Bianco, Donat Cattin, e dunque avendo respirato sinistra sociale cattolica a piene mani. Non potrei essere sospettato di simpatie per i nostalgici del fascismo, né per il MSI, della cui storia mi affascinavano solo alcune tesi di Pino Rauti, che ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare assieme a Gerardo Bianco, che ne apprezzava lo spessore di latinista insigne.
Nella lunga storia politica dei cattolici italiani, dai popolari alla DC, accanto alle tre grandi tradizioni culturali in cui si identifica l’esperienza popolare: democratici, liberali e cristiano sociale, sin dall’Opera dei Congressi era presente la distinzione tra moderati conservatori e progressisti. Tale divaricazione assunse una profonda divisione all’interno del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, tra quanto il sacerdote di Caltagirone indicava come strategia del partito nettamente alternativa a ogni collaborazione col fascismo, mentre Stefano Cavazzoni rispose positivamente all’invito di Mussolini di entrare nel suo governo da costituire alla fine del governo Facta, dopo la marcia su Roma.
In numerosi interventi, svolti anche su questo giornale, l’amico Ettore Bonalberti ha ricordato il decisivo ruolo svolto dal sacerdote genovese Gianni Baget Bozzo nel portare Forza Italia ad aderire al PPE, diventando quindi il principale partito “moderato” italiano presente nel Partito Popolare europeo. Presupposto di quell’adesione fu il forte interesse (quasi un innamoramento) manifestato da Silvio Berlusconi nei confronti di don Luigi Sturzo. La vicenda è ben descritta dall’impareggiabile Sandro Magister, che si chiedeva dove fossero finiti Erasmo da Rotterdam, Tommaso Moro e Machiavelli, insomma gli amori rinascimentali di Berlusconi....