Mentre si delineano già i “quattro o cinque viaggi” che farà nel 2022, papa Francesco chiude il 2021 che è diventato uno degli anni centrali del suo pontificato dopo lo storico viaggio compiuto a marzo in Iraq, il primo di un Pontefice nella storia. E poi la visita all'isola di Lesbo, simbolo dei profughi, meno di un mese fa. All'età di 85 anni, il Santo Padre Francesco sembra essere più a suo agio che mai a capo della Curia romana.

Nel mezzo di questi due già storici pellegrinaggi, papa Francesco ha subito nel mese di luglio un'operazione al colon per la quale è stato internato al Policlinico Gemelli di Roma e che non solo ha lasciato il pontefice in uno stato più energico di prima, ma gli ha anche procurato un quadro molto più chiaro della resistenza che incontra all'interno della Curia romana. Fu lo stesso Papa a denunciare l'esistenza di un preconclave la notte stessa del suo intervento.

Il primo momento clou dell'anno è stato lo storico viaggio di tre giorni in Iraq in cui ha criticato il terrorismo, condannato l'interferenza straniera e costruito un ponte senza precedenti con il leader musulmano più ancestrale dell'area. Papa Francesco ha girato le principali città e, con esse, si è confrontato con i maggiori problemi di un Iraq che, dopo anni di guerre, occupazione straniera e terrorismo, è stato colpito da un forte aumento dei contagi da coronavirus.

A livello geopolitico, già nel suo primo discorso sul suolo iracheno, il Santo Padre Francesco ha marcato la linea della visita quando ha rifiutato "interessi esterni" che non tengono conto della popolazione. Con un occhio alla stabilità regionale e l'altro al dialogo interreligioso, il Papa ha poi incontrato il Grande Ayatollah Ali al-Sistani, leader dell'Islam sciita, ramo maggioritario della nazione araba, ma minoritario a livello mondiale e noto per aver sostenuto la separazione tra religione e stato, una questione ancora oggi molto dibattuta tra i musulmani, non solo in Iraq.

In una delle tappe più iconiche del suo pontificato, e nonostante gli avvertimenti giunti dalle potenze a sospendere il viaggio, Papa Francesco ha visitato le chiese di Qaraqosh e Mosul, nel Nord, che erano state bersaglio di attacchi da parte dello Stato Islamico, e da lì ha condannato le violenze estremiste con vari messaggi con cui ha chiamato a dire “no al terrorismo e alla strumentalizzazione della religione”.

Come corollario, in un messaggio che sembrava essere un campanello d'allarme per diversi paesi in Europa e nel Nord Atlantico, ha chiesto "Chi vende armi a questi distruttori?".

Se quello storico pellegrinaggio in Iraq è stato il punto più alto del 2021, anche il viaggio da lui compiuto all'inizio di dicembre in Grecia e Cipro occupa un posto di rilievo nelle attività di Francesco durante l'anno.

Sottolineando con fatti concreti le parole che ha sostenuto fin dall'inizio del suo pontificato, e in un tour con cui ha cercato di attirare l'attenzione dell'Europa sull'eterna crisi dei profughi del Mediterraneo, papa Francesco ha chiesto che i leader continentali "si mettano d'accordo" per la distribuzione dei migranti tra i Paesi del blocco, in linea con le rivendicazioni dei Paesi del Sud Europa che richiedono politiche di distribuzione delle persone nel rispetto delle regole di libera circolazione interna stabilite dal Trattato di Schengen.

Durante il viaggio, il Pontefice è tornato nell'isola di Lesbo, divenuta simbolo della situazione migratoria continentale, e che aveva già visitato nell'aprile 2016 durante un altro picco di ricorrenti tensioni europee sulla distribuzione delle persone in arrivo nei Paesi del Sud.

Con la stessa forza del suo "nessuno si salva da solo" dall'inizio della pandemia, il pontefice ha percorso le strade del centro profughi di Moria 2: ha salutato, abbracciato e baciato le persone che sono sopravvissute anni fa ed esclamato ai mondo che con il dramma dei rifugiati "è in gioco il futuro di tutti".

Circa cinque anni fa, quando era tornato in Vaticano da Lesbo con 12 siriani, il Papa ancora una volta accompagnò le sue parole con i gesti, e annunciò che il giro del Mediterraneo era il primo passo per l'arrivo di 50 profughi da Cipro a Roma con supporto logistico e spese a carico della Santa Sede.

Un anno intenso e benedetto dal Signore.

Auguri di un Buon 2022, Padre Santo!

Teofilo