Sprovvisti del coraggio e della giusta determinazione con i quali ci si sarebbe dovuti impegnare nella raccolta delle firme necessarie per la presentazione di una lista unitaria di DC e Popolari alle elezioni europee, i diversi capi e capetti delle numerose e sparse casematte della nostra area politica hanno scelto la linea delle “liste di scopo”, perseguendo più che un disegno politico di medio lungo respiro, il risultato immediato di qualche ambizione personale.

Fermi nelle loro consolidate posizioni di destra quelli dell’UDC di Cesa con la Lega e di Rotondi con Fratelli d’Italia, la DC di Cuffaro e Grassi hanno scelto, mi dicono più per necessità e di risulta, la lista con Renzi-Bonino, così come gli amici di Tempi Nuovi.

La conclusione per Cuffaro non è ancora scontata, visti i mal di pancia sorti tra i radicali e gli europeisti e la rottura intervenuta tra Renzi e Calenda, mentre per Tempi Nuovi è nota la scelta fatta da tempo a favore della linea macroniana e del partito Renew in Europa.

Da parte mia e di molti amici di Iniziativa Popolare abbiamo sempre sostenuto l’idea di appoggiare in Europa il PPE, in continuità con la migliore tradizione democristiana italiana considerato che, di quel partito, la DC fu socio fondatore e tenuto conto del programma approvata dal recente congresso di Bucarest, che esprime molte delle posizioni coerenti con i nostri principi ispiratori cristiano sociali.

Speravamo che Taiani, sulla cresta dell’onda, cogliesse la disponibilità offerta dalla DC di Cuffaro, ma il rifiuto di aprire la lista del partito da molti anni inserito stabilmente nel PPE al simbolo della DC, ha impedito questa possibilità. Diversa la situazione intervenuta con l’accordo con i moderati di Lupi che, non a caso, ho valutato positivamente, cogliendo in esso l’avvio di un progetto possibile di ricomposizione dell’area politica di un centro italiano da troppo tempo privo di rappresentanza.

Qualche amico mi ha rimproverato che in tal modo si favorirebbe una scelta a sostegno della destra di governo, critica comprensibile se rapportata al quadro politico nazionale, ma, come ho più volte scritto, a Giugno prossimo si voterà per l’elezione di deputati al parlamento europeo e da parte mia e di molti amici, trovo assai più coerente schierarsi con coloro che intendono sostenere il PPE in Europa che, quelli che, alla fine, nella peggiore situazione, potrebbero semplicemente diventare portatore di voti gratuiti per il partito di Macron.

Dubito che elettori di provenienza DC e Popolare possano votare una lista guidata dalla radicale Emma Bonino,  semplicemente giustificandosi col voto di preferenza a qualche amico presente in quella lista, anche se, nel tempo del trasformismo dominante, tutto potrebbe accadere.

Qualche amico mi informa che probabilmente la lista di Calenda sarebbe disponibile a offrire qualche candidatura ad amici autorevoli dell’area cattolica. Scelta positiva, anche se, pure Calenda, in caso di elezione a Strasburgo e a Bruxelles si schiererà con Renew e tenuto conto dei giudizi inaccettabili che, solo pochi giorni fa, Calenda ha espresso con amici DC,  come l’On Clemente Mastella, dimostrazione di un’ idiosincrasia per la democrazia cristiana già esibita dall’”azionista de noantri “, al tempo del rinnovo del consiglio comunale di Roma.

Alla fine, in ogni caso, alle elezioni europee andremo divisi: a sinistra i popolari ancora inseriti nel PD per l’Europa rafforzeranno il gruppo del PSE; gli amici che voteranno la lista Bonino-Renzi o di Calenda, quello di Renew; quelli che, come il sottoscritto voteranno per la lista di Forza Italia, avranno la certezza di sostenere il gruppo del PPE, e, se ci sarà, come auspico, qualche nostro candidato d’area, la possibile elezione al parlamento europeo di un nostro deputato DC e popolare.

Divisi alle europee, dunque, ma guai se questo ci impedisse di riprendere, subito dopo il voto europeo, il progetto della nostra ricomposizione politica per il quale ci battiamo da molti anni.

Dopo quel voto, infatti, dovremo impegnarci tutti a concorrere alla costruzione di un centro nuovo della politica italiana, in grado di intercettare gli interessi e i valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, nel quale trovino cittadinanze le culture politiche popolari, liberali, repubblicane e socialiste, che hanno fatto grande l’Italia, alternative a quelle della destra nazionalista e sovranista e della sinistra senza identità.

Guai se perdessimo la speranza e abbandonassimo l’impegno per un obiettivo di grande valore per la realtà italiana.

 

Ettore Bonalberti