Il direttivo di Iniziativa Popolare riunitosi ieri ha diffuso il comunicato che si allega. Viene confermata la volontà di concorrere alla ricomposizione politica dell’area cattolica con l’appello ad altre formazioni partitiche per costruire liste unitarie di centro alle prossime elezioni regionali.
Motori di tale progetto saranno i comitati provinciali e di collegio di partecipazione democratica e popolare, luoghi di dialogo e confronto con le diverse realtà culturali, sociali e politico organizzative presenti nei territori, nei quali analizzare con metodo democratico i problemi e i bisogni dei cittadini per condividere programmi in grado di corrispondere alle attese della gente, ispirati dai valori della dottrina sociale cristiana e del popolarismo. Base privilegiata, inoltre, per selezionare democraticamente i candidati e la nuova classe dirigente.
La scelta è netta e si pone l’obiettivo di ripartire come movimento di ispirazione democratico cristiana e popolare, affrontando le regole proprie di ciascuna regione per la presentazione delle liste, evitando la scorciatoia di apparentamenti graziosi, quasi sempre subalterni, con questo o quel partito.
Ora spetta alla DC di Cuffaro, al movimento di Rotondi, all’UDC di Cesa e ai tanti altri della diaspora democristiana decidere se restare subordinati alla destra di Meloni-Salvini-Taiani o alla sinistra della Schlein, oppure di concorrere alla ricomposizione politica del centro autonomo della nostra area. Il tempo degli equilibrismi o delle ereditate rendite di posizione è finito.
Noi crediamo sia giunto quello di ritornare ai fondamentali del popolarismo sturziano e degasperiano declinati nel tempo che stiamo vivendo con i suoi nuovi paradigmi epocali: ambiente, lavoro, economia, salute, giustizia, formazione con le tecnologie, sui quali non mancano le parole delle encicliche sociali degli ultimi pontefici, da Papa San Giovanni Paolo II, a Benedetto XVI sino a Papa Francesco. Spetta alle diverse realtà associative presenti alla base favorire il progetto, valido non solo per corrispondere alle attese della gente in sede locale, ma per avviare il progetto più ampio di una proposta politico organizzativa per l’Italia ispirata alla tradizione migliore sturziana e degasperiana. E se son rose, fioriranno.
Ettore Bonalberti