Isabella sta alla Garbatella, a due passi dalla casetta dove, secondo la leggenda, Giorgia dormiva nel letto con la sorella Arianna mentre mamma Anna, per sbarcare il lunario, scriveva romanzetti rosa ambientati in paesaggi tropicali da sogno. Isabella è una ciellina della prima ora, tanto che gli amici la chiamano scherzosamente “la sansepolcrista”. Ed è un’educatrice, seppure ormai a riposo, che per tanti anni ha militato nel CLE dopo essersi laureata con una tesi su Maria Montessori educatrice ed aver insegnato per più lustri in una scuola privata retta dalle Marcelline.
Fedele alla sua lunga e coerente storia, Isabella tiene sul comodino, assieme al Rischio educativo di don Giussani (un bestseller, un must) la lettera inviata, il 21 gennaio 2008, da papa Benedetto alla diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione.
“A differenza di quanto avviene in campo tecnico od economico, dove i progressi di oggi possono sommarsi a quelli del passato, nell’ambito educativo – avvertiva allora il papa – non esiste una simile possibilità di accumulazione”, ché sempre nuova è la libertà dell’uomo. Attente alla salute non solo fisica ma anche morale della persona, le varie componenti della nostra chiesa riflettono dunque sul problema educativo, sull’educare, sul rapporto e l’opera educativa, in particolare sul ruolo degli educatori (anzi sulla loro missione), mentre gli insegnanti vivono la triste esperienza del degrado delle loro scuole.
Anima dell’educazione, come dell’intera vita può essere per papa Benedetto – e Isabella la sansepolcrista sottoscrive dalla prima all’ultima riga - solo una speranza affidabile. “Speranza che è oggi – scriveva Ratzinger – insidiata da varie parti, tanto che rischiamo di ridivenire anche noi – come gli antichi pagani – uomini senza speranza e senza Dio in questo mondo”, secondo le parole che san Paolo rivolgeva ai cristiani di Efeso.
Ruggero Morghen