IL POPOLO

Editoriali

Da giorni non riesco a darmi una risposta a una domanda. Seguendo gli organi di informazione le notizie su Trump, la guerra tra Russia e Ucraina, i magmi incandescenti mediorientali e dell’Africa occupano in grandissima parte i servizi della carta stampata e della televisione con i relativi approfondimenti, mentre lo spazio ai temi prettamente nazionali è ridotto. Se non ci fosse stato il ciclone Trump e i conflitti ormai su larga scala, allora le altre questioni prettamente di casa nostra avrebbero avuto l’attenzione del passato? Penso proprio di no, perché manca una elaborazione culturale e politica.
Tutti ce l’hanno con la Meloni: un obiettivo facile da colpire. Un’alleanza trasversale (ovviamente antifascista) che va dal truce Salvini all’avvocato del popolo Conte, passando per Calenda e Schlein e, ciliegina rossa, il sempre redivivo Mastro mestatore Renzi. Nessuno ha un’idea, divisi sul da farsi ma uniti nella critica. Qualunque scelta la Meloni sarà obbligata a fare, sarà sempre oggetto di critiche feroci. Se al Governo, invece, ci fosse la Schlein, sarebbe la stessa cosa. Cambierebbe solo il colore dei critici. Già, e la gente? Il popolo, da tutti osannato e richiamato ad ogni piè sospinto, dov’è? Tace, inebetito dalla televisione, dai giochi a premio e dalle canzonette, assunte a letteratura di altissimo livello. Il popolo tace, mugugna e paga, come sempre. Appunto: da “parassiti”.
Consapevoli della condizione di assoluta irrilevanza dei cattolici nella vita politica italiana e del perdurare di una colpevole e incomprensibile frammentazione della vasta galassia sociale, culturale e politica che fa riferimento alla dottrina sociale della Chiesa, noi tutti, senza avere lo sguardo rivolto al passato o nostalgie di una perduta egemonia, abbiamo lucida coscienza della condizione in cui vive l’uomo oggi nella società occidentale, nella quale domina ormai un relativismo morale in cui i desideri individuali si vogliono trasformare in diritti, contro ogni principio etico e contro la stessa legge naturale.
Oggi come oggi, chi minaccia l’Europa? Prima di tutto, ci sono i cretini, molti, sparsi in variegate associazioni contrabbandate per partiti politici, che tali non sono. In realtà, sono “espressioni” (ma è un termine troppo educato) di alcuni capibanda che attorno al proprio nome chiamano consensi. I cretini sono diffusissimi e si riproducono assai velocemente, data la facilità di procreazione del luogo comune. Poi, in seconda battuta, ci sono i fautori del federalismo. Sono tanti. A sentire la gente, tutti vorremmo gli Stati Uniti d’Europa. Mi ricordano i primi moti carbonari che volevano la Costituzione di Cadice. Nessuno sapeva cosa contenesse, ma la volevano ad ogni costo.
Oggi si avverte quanto sarebbe stata necessaria una Europa integrata politicamente. Il sogno degli estensori del Manifesto di Ventotene, la volontà dei fondatori dell’Europa De Gasperi,VAdenauer,VSchuman si è infranto. Bisogna rifondare l’Europa attraverso nuovi trattati dove la Difesa comune è conseguenza della integrazione. L’Italia avrebbe potuto svolgere un ruolo unificante ma,allo stato,non vi sono le condizioni. L’opposizione, dove vi sono forze che hanno diroccato il Parlamento,fa una manifestazione per l’Europa con tante diverse sensazioni, ma priva di visione e la presidente del Consiglio mette sotto accusa il Manifesto di Ventotene leggendo solo parte dei suoi contenuti.
La difesa comune è sulla bocca di tutti. Se ne parla molto, male e troppo. Per principio le questioni militari dovrebbero essere riservate o, comunque, discusse tra informati, il che in Italia non avviene. Figurarsi, poi, se certi problemi possono essere affrontati in una manifestazione di piazza! Dopo la Comunità Europea di difesa, la CED, fallita per l’opposizione della Francia allora gaullista, l’Europa si è sdraiata al sole sotto l’ombrellone americano. Ora piove a dirotto e l’ombrellone si è stracciato. Torniamo alla CED? In fondo, basterebbe ratificare l’accordo di allora. Oggi i Ventisette hanno ventisette eserciti. Sommati e integrati assieme, farebbero paura anche a Putin. Ma non lo sono.
Il 16 marzo del 1978 veniva rapito Aldo Moro e massacrata la Sua scorta da parte delle Brigate Rosse. Abbattere gli uomini di scorta e prendere il presidente della DC fu una operazione militare di altissimo livello. Sono stato sempre convinto che nel gruppo di fuoco ci fossero elementi stranieri. Su questo aspetto ci si è soffermati molto poco. Il sistema sicurezza del Paese si trovò inadeguato malgrado il terrorismo avesse già versato il sangue di tanti onesti servitori dello Stato.Quel giorno iniziava l’agonia di Aldo Moro e della democrazia.
Si sta creando molta confusione attorno alla manifestazione di domani. Si registrano miriadi di adesioni nel segno di linee contrapposte, e talvolta incompatibili. Tra le diverse dichiarazioni, talora di segno opposto, registriamo la dichiarazione di Lucio D’Ubaldo a nome dei cattolici democratici (Andc)con cui fa luce sulla tanta confusione creatasi - attorno alla manifestazione di domani - sull’idea di un Europa, che secondo talune dichiarazioni di adesione, deve restare serva e inerme( tra cui appunto quella di Riccardi della Comunità di Sant’Egidio e della Schelin del Pd)e secondo altri deve privilegiare, anche a costo di una consistente riduzione delle politiche di welfare, un massiccio riarmo degli Stati nazionali.
Un mondo senza regole non è solo disordinato. È pericoloso. È quello che sta accadendo perché non ci sono più certezze. L’avvento di Trump ha scomposto gli equilibri mondiali. Forse si erano troppo stratificati, forse ci eravamo abituati a considerarli definitivi. Non è più così, perché quasi a tentoni si stanno ridisegnando alleanze un tempo tradizionali. Mi aspetto che gli Stati Uniti escano dalle Nazioni Unite. Questa istituzione non serve più alla politica rampante di oggi. Troppi vincoli, troppe lungaggini, troppa gente che non conta. Un esempio di democrazia internazionale sbagliata.
Mentre la situazione geopolitica scivola verso derive che appaiono sempre meno governabili, l’interrogativo più pregnante che oggi domina nell’area dei cattolici liberali e democratici è se c’è ancora uno spazio di compatibilità per le tante coscienze e forze politiche che si sono definiti organici a questa coalizione di maggioranza. Il dilemma si connette allo sconvolgente episodio consumato, nella palese rottura di ogni galateo istituzionale ad opera del presidente Trump, nello studio ovale della Casa Bianca, nei riguardi del capo di Stato, Zelensky.