IL POPOLO

Esteri

Con la svolta antiatlantica di Trump e la crisi inevitabile della NATO, la nuova Yalta bipolare USA-Russia consegna all’Europa il ruolo di estrema difenditrice delle democrazie liberali. Se, da un lato, con l’iniziativa di Sturmer e Macron prende avvio il vecchio progetto degasperiano della CED, con inevitabili ripercussioni sulle politiche tradizionali del welfare state dell’Europa, oltre a quanto indicato da Draghi sulle scelte di politica economica e finanziaria dell’Unione europea, non sembra più rinviabile una profonda revisione dei meccanismi di governance della stessa UE.
Un secolo di lotte sanguinose, di sopraffazioni e violenze in quella che chiamiamo Terrasanta ed è, invece, una terra maledetta. Quindici mesi di guerra atroce, il territorio di Gaza pieno di macerie, 47.000 palestinesi e almeno un migliaio di Israeliani morti. Ora c’è l’armistizio. Attenzione, però breve, quaranta giorni. Poi si vedrà. La gente esulta nelle piazze. Che strano, Israeliani e Palestinesi hanno le stesse reazioni: piangono i morti, sono felici per la pace. Nelle piazze ballano, a Tel Aviv come a Gaza. Forse sono uguali, ma non se ne sono mai accorti. Che peccato! Comincia la tregua. Non è la prima e non sarà neppure l’ultima. Cessano di sparare le armi. Per quanto tempo? Nessuno se lo chiede. Pensare che sia finita è un’illusione. In quel poco di cristiano che è rimasto in Palestina, suonano le campane. Oggi è festa, perché tacciono le armi, ma suonano a morte. La guerra è stupida perché inutile ed è un oltraggio all’umanità.
Tira una brutta aria a livello geopolitico per le tante guerre in corso col rischio elevato, enunciato dal ministro della difesa inglese, di una terza guerra mondiale. Una situazione tanto più delicata per un Paese come l’Italia, la cui politica estera è a trazione divergente tra l’atlantismo della presidente e del ministro degli esteri e il filo putinismo di Salvini. Una situazione unica nella storia della repubblica italiana quella di un governo sostanzialmente diviso sulla politica estera. Una divisione che si estende anche con riferimento alle elezioni presidenziali americane, con Taiani, in equilibrio prudente tra i due contendenti e Salvini dichiaratamente schierato pro-Trump.
La reazione israeliana c’è stata. La ritorsione si è consumata con dei droni partiti da una qualche località imprecisata all’interno di Israele, colpendo alcuni obiettivi militari a Isfahan. A sentire gli Iraniani, pare che non se ne siano nemmeno accorti. Israele non ha rivendicato la sua ritorsione. I droni sono piovuti dal cielo. Non è stato lo Spirito Santo, perché nessuno dei contendenti è cristiano. Forse è stato l’arcangelo Gabriele. In conclusione, il leone israeliano ha emesso un debolissimo ruggito che, a distanza, è sembrato lo squittio di un topo. Né morti né feriti, solo qualche danno, irrilevante.
Almeno 27 bambini sono morti di fame e le voci secondo cui una tregua sarebbe sempre più lontana hanno indebolito ulteriormente lo spirito degli abitanti di Gaza, che ormai non sanno cos'altro aspettarsi, a parte l'invasione di Rafah. Molti civili innocenti, uomini, donne, bambini e anziani, stanno pagando il prezzo di questa guerra. Ungo la mia voce a quella del mondo per una tregua permanente e un cessate il fuoco immediato
Dopo più di 150 giorni di guerra, e in attesa dell'annunciata invasione terrestre di Rafah, mai smentita, l'orrore continua in tutta la sua crudezza. Il fatto incontrovertibile è che più di 100 civili affamati e senza casa - donne, anziani, giovani uomini - che hanno vissuto l'inferno negli ultimi cinque mesi sono stati schiacciati, calpestati o colpiti da colpi di arma da fuoco mentre correvano verso alcuni camion che trasportavano cibo.
Ciò che sta accadendo nell’Africa ex-francofona segna forse un passaggio importante: la fine dell’influenza francese e della pseudo democrazia africana. A torto o a ragione (ma forse a ragione), l’Africano medio non ne può più della continua, ingombrante presenza francese dopo la decolonizzazione. Il primo segnale l’hanno dato il Mali, la Guinea e il Burkina Faso. Scacciati i Francesi si sono rivolti ai Russi, già presenti in Ciad, al posto dei Francesi, e in Libia, al punto che la presenza della Wagner è un fatto assodato. La morte di Prigozhin può cambiare solo formalmente le carte che si stanno giocando sulla continua rapina delle risorse minerarie e agricole locali.
Nessuno al mondo, credo, pensa che la morte di Prigozhin e dei suoi uomini sia stata accidentale. La vendetta è un piatto che si gusta di più a freddo, e in questo Putin, abituato ai rigori degli inverni moscoviti, è un maestro. Se si è trattato di un incidente, cosa assai improbabile, Putin si è tolto di torno un concorrente pericoloso, senza compromettersi. Se, invece, è stata la contraerea russa a colpire l’aereo in volo, qualcuno avrà dato l’ordine di abbatterlo, e non credo che sia stata un’iniziativa personale. Non si sfida impunemente uno Zar.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali del Paese con oltre il 52% dei voti a favore. L'islamista continuerà a guidare il Paese ottomano per altri cinque anni. ll presidente Recep Tayyip Erdogan ha condiviso un messaggio tramite il suo account ufficiale dopo aver vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali.