Al voto politico del 2022 gli elettori di area cattolica si sono divisi tra quanti hanno sostenuto la coalizione di destra (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia), quelli che hanno continuato a sostenere la sinistra (PD et similia), pochi nelle residue formazioni di centro, mentre una componente significativa si è rifugiata nel non voto.

E’ dallo sciagurato referendum Segni e successiva introduzione della legge elettorale maggioritaria del mattarellum, che continuiamo a sostenere l’idea che, senza il ritorno alla legge elettorale proporzionale, non è possibile ricomporre il centro nuovo della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e sovranista, oggi egemonizzata dal partito di Fratelli d’Italia, e distinto e distante dalla sinistra nella quale è dominante il ruolo del PD guidato da Ely Schlein.

Le tre diverse culture presenti nell’area politica dei cattolici: democratica, liberale e cristiano sociale, se restassero fedeli agli insegnamenti dei padri fondatori, Sturzo, De Gasperi e loro eredi, non v’è dubbio che, di fronte alla deriva progressiva sempre più autoritaria della coalizione di governo, dovrebbero fare fronte comune con le forze politiche che intendono porsi in alternativa alla destra di governo, per combattere insieme la battaglia in difesa della Costituzione repubblicana che, persino la seconda carica dello Stato (quella che conserva in bella evidenza, nella sua casa milanese, il busto del Duce), vorrebbe modificare in uno dei suoi elementi essenziali: la separazione dei poteri ereditata dalla cultura politica di Montesquieu.

Ciò che rende difficile, se non impossibile per molti nostri amici cattolici, l’accettazione di una tale scelta, a mio parere indispensabile quando sono in gioco i valori fondanti della Repubblica nata dalla Resistenza, è il permanere a sinistra di una cultura che, secondo quanto mi ha scritto in questi giorni un caro amico: “vuol rendere lecito l’utero, dopo aver legalizzato l'aborto, il divorzio la pornografia, le nozze gay e vuol anche violentare le donne e rubar figli per darli agli omosessuali”.

Sino a quando il PD, moderno “partito radicale di massa”, come l’aveva connotato a suo tempo il prof. Del Noce, continuerà a sostenere queste posizioni su quelli che per noi cattolici rappresentano i valori non negoziabili, è molto difficile che si possano trovare punti di intesa che, peraltro, sarebbero indispensabili per costruire un’alternativa reale, forte e credibile, alla destra di governo.

Il permanere, infine, dell’attuale sistema elettorale maggioritario, derivato dalle varianti del mattarellum: porcellum sino al rosatellum vigente, è evidente che tende a favorire la scelta a destra o a sinistra, con l’unica terza alternativa del trilemma per noi cattolici, quella di rifugiarci nell’astensione dal voto, andando, così, a rafforzare la schiera maggioritaria dei renitenti alla partecipazione elettorale. Una scelta che, come è avvenuto nel 2022, ha favorito l’ascesa al governo della destra. Una via d’uscita, a mio parere, ci sarebbe e continuo a enunciarla da molto tempo: ricostruiamo, innanzi tutto, la nostra unità sui valori e sugli interessi che ci distinguono.

I valori della dottrina sociale cristiana, che sono alla base della nostra ispirazione etica, culturale, sociale e politica, e la fedeltà alla Costituzione. Quanto agli interessi, la volontà di favorire l’equilibrio, come sempre fece la DC, tra quelli dei ceti medi produttivi e quelli delle classi popolari, declinati nei tempi nuovi del capitalismo finanziario dominante. Solo dopo avere favorito la nostra unità potremo democraticamente scegliere le alleanze più consone alla nostra proposta politico programmatico.

Iniziativa popolare, nella recente riunione del direttivo, ha sollecitato gli amici del tavolo di coordinamento dei DC e Popolari a battersi insieme per il ritorno alla legge elettorale proporzionale e per proporre un’alternativa al folle disegno meloniano del presidenzialismo, favorendo un sistema sul modello tedesco del cancellierato, in grado di garantire, con la centralità del parlamento, la rappresentanza politica reale del Paese, con una legge elettorale proporzionale e la governabilità, con l’istituto della sfiducia costruttiva.

Indicazioni molto positive sono emerse dalla riunione degli amici  di Politica Insieme; attendiamo, ora, quelle degli altri componenti del tavolo di coordinamento dei DC e Popolari.

Ettore Bonalberti