Lo zio Francesco Mario si occupava di Giuseppe Mazzini e delle Pasque veronesi. Il babbo Carlo Alberto, vera star dei raduni cattolici della tradizione (dove era assai apprezzato relatore) di Inquisizione vista come “un punto cruciale nella storia della Chiesa”, framassoneria alla conquista della Chiesa ed educazione sessuale intesa quale “tappa massonica verso l'annientamento dell'uomo”.
Lui, Francesco Agnoli, respirando in famiglia la fede cattolica e il gusto della scrittura, esordì nel 2002 con una riflessione sulla “Filosofia della luce: dal Big Bang alle cattedrali” per proseguire poi con testi quali “Scienziati, dunque credenti: come la Bibbia e la Chiesa hanno creato la scienza sperimentale”. Nei Quaderni di San Giorgio usciva frattanto “La grande illusione”. Tanti saggi dunque: non vedo romanzi, novelle, racconti. Assai recente è un suo studio sulla politica per l’editore trentino Reverdito, “con riflessioni filosofiche – spiega una nota di edizione – ed esempi storici, collegando passato e presente per fornire non solo conoscenza del nostro passato, ma anche una chiave di lettura del tempo presente”.
Un capitolo importante dell’impegno e dell’attività pubblicistica di Agnoli è la sua collaborazione col Movimento per la vita trentino, che ha peraltro editato un suo opuscolo dal titolo “Filosofia della nascita” e l’ha visto quale relatore, insieme all’inseparabile Pino Morandini, in una Serata di riflessione – così l’hanno chiamata - proposta nei giorni scorsi a Rovereto in Casa Rosmini.
Per Cantagalli è uscito poi il suo “Alcide Degasperi: vita e pensiero di un antifascista che sconfisse le sinistre”. Qui Agnoli, muovendo dal saggio degasperiano del 1974 di Manlio Goio, suo preside al liceo Prati di Trento, preferisce usare la forma “Degasperi” in luogo di “De Gasperi”. Vi si legge tra l’altro che lo statista trentino cita “l’amico Scelba” e scrive a don Sturzo nel 1944, a proposito dei comunisti: “Ho l’impressione che sperano (sic) di conquistare una dittatura di fatto attraverso le forme democratiche”. Nerino Rossi, dal canto suo ricorda i “suoi ex amici politici”, che esibirono 25 schede bianche di fronte alla candidatura di De Gasperi a segretario politico del partito.
Agnoli assicura che, fin da giovane, lo statista trentino “si nutriva della lettura del Vangelo e di classici della spiritualità, che lo accompagneranno tutta la vita, come l’Imitazione di Cristo”, mentre Mario Missiroli aggiunge che egli “traeva la sua massima forza dalla sua fede religiosa, che era profondissima, senza ostentazioni e senza bigotterie”. Analoghe considerazioni, peraltro, Missiroli svolge a proposito di Aldo Valori, rilevando che la sua “profonda, profondissima religiosità, aliena, intendiamoci, da qualsiasi bacchettoneria, conferiva una nota a tutta la sua vita”.