La biblioteca civica di Abano Terme ha recentemente ospitato una breve, partecipata presentazione del saggio di Francesco Jori su Marco Polo, significativamente sottotitolato “La vita è viaggio”. Son pagine che ricostruiscono il percorso umano di Marco e propongono il ritratto di due delle maggiori potenze economiche dell’epoca: Venezia e Cina, protagoniste – così si è detto ad Abano – di una globalizzazione ante litteram lungo la favolosa Via della Seta.
Pietro d’Abano, esponente dell’umanesimo padovano qui ricordato con un istituto scolastico a lui dedicato e un monumento nel passeggio termale, parla del suo incontro con Marco veneziano avvenuto nel 1330. Egli – ha rilevato nell’occasione Giovanni Ponchio – supera la scienza medievale: in lui c’è l’albeggiare di una nuova cultura, mentre Dante Alighieri, che pure è suo coetaneo, esprime “la suprema sintesi del pensiero medievale”.
Quanto a Marco Polo, “uomo non solo del suo tempo ma trasversale”, Francesco Jori presenta il suo messaggio come l’incontro di due diversità. Per Marino Niola il suo mito è più vivo che mai. Il grande viaggiatore veneziano, a suo avviso, può essere considerato a tutti gli effetti il primo antropologo italiano, mentre le tappe del suo viaggio “hanno costruito la nostra geografia fantastica” e anzi “si sono trasformate in regioni dell’anima”. “Si può dire – aggiunge il giornalista napoletano – che dalla penna del grande esploratore lagunare sia nata l’idea dell’Oriente che ha influenzato a lungo il modo in cui l’Occidente per secoli ha immaginato e rappresentato quelle terre”.
Ruggero Morghen