Quella della Strenna – spiega il suo direttore – è una storia semplice ma preziosa che va avanti da 120 anni. Questo strumento storico, cui molte persone sono legate, è il regalo per eccellenza che entra nelle case trentine in periodo natalizio”. I numeri precedenti – o almeno le copertine – sono disponibili in formato digitale, mentre già nel 1995 usciva, per impulso di mons. Armando Costa e a cura di Alessandro Osele, noto e stimato bibliotecario, l’indice delle annate dal 1921.

La presentazione della Strenna Trentina 2025, nuova edizione della storica rivista, si è tenuta in questi giorni al Polo culturale Vigilianum di Trento, in via Mons. Endrici, ad opera di Marco Bridi, presidente (subentrato a Marco Zeni) della piccola cooperativa che la edita, e del direttore Diego Andreatta. Alla redazione dell’annuario collaborano storici locali, docenti universitari, giornalisti, semplici appassionati di cose locali e persino il vescovo emerito mons. Luigi Bressan. Un centinaio sono i collaboratori e una platea i fedeli lettori. Qualcuno dei passanti, interpellato, dice: “La Strenna? Sì, la conosco già”. E poi c’è la redazione, col suo “tono di famiglia”: Andreatta non teme infatti accuse di familismo, tanto meno amorale. Significativo anche l’apporto di Comai, il correttore di bozze che – assicura con metafora guerresca il direttore – è come un cecchino. 

 

 

Tra i profili presentati in questo numero, spicca quello di Angelico Kessler, fratello del più noto Bruno. Beniamino del professor Arcari a Friburgo, fu – lui cappuccino – sostenitore di una cultura non solo monastica. Autore di 107 Pensieri spirituali, interpretò in maniera francescana il suo amore per l’arte. A Riccardo Bacchelli, nel 1948, scriveva: “La mia tonaca e la mia barba cappuccina non sono ancora dimenticate”; forse per questo non finì mai la sua dissertazione sull’autore del Mulino del Po. A scrivere di fra Angelico è l’amico Domenico Gobbi, che qui vogliamo ricordare anche come instancabile promotore del periodico “Civis”. “La vita ecclesiale e politica del Trentino degli anni Settanta-Ottanta del Novecento – ci dice – è ben rappresentata dai fratelli Angelico e Bruno Kessler”.

Non manca nella nuova Strenna Trentina, tra altri profili, un ricordo di Italo Conci, il legionario di Vezzano morto a Fiume nelle cinque giornate del “Natale di sangue” dannuziano. 

 

Ruggero Morghen