Scritto e diretto dalla “nostra” Daniela Gurrieri e trasmesso da EWTN con Cristiana video, il film “Verso l’alto” (To the top, Para o Alto in portoghese) propone la breve vita di Pier Giorgio Frassati, che era nato a Torino nel 1901: l’anno in cui nascono Piero Gobetti e Alessandro Pozzi, l’anno in cui muoiono Francesco Crispi e Oreste Baratieri. Il docufilm del 2023, girato in inglese con molti attori italiani, è commentato da don Primo Soldi, l’indimenticato autore di “Cilla”, un’altra cristiana morta giovane in odore di santità. “Este invaluable documental – scrive qualcuno – me acerca a Dios”. Un altro: “Que hermosa historia de vida, que gran santo este muchacho: tan normal y tan lleno de amor”. Qualcuno si lamenta per il doppiaggio in lingua spagnola, che non sarebbe all’altezza, ma i soldi dell’emittente son pochi e i cattolici spesso taccagni.
Prima di questa fiction c’era stato su Frassati, più di trent’anni fa, il film per la Rai “Se non avessi l’amore” del regista Leandro Castellani, Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia e Premio alla carriera al Campi Film Festival 2024. “Una figura particolare, esemplare forse”, con Antonio Sabato jr. nel ruolo di Pier Giorgio, poi Carlo Simoni, Ottavia Piccolo e Leopoldo Trieste in una delle sue ultime interpretazioni. “Un film che piacque molto” - ricorda Castellani -, anche al presidente Cossiga”.
“Don Sturzo – dice Frassati (interpretato nel film della Gurrieri da Francesco Buttironi) – è un vero sacerdote che vuol mettere Cristo al centro di tutto, compresa la politica. È come la manna dal cielo. Non ci ho pensato due volte ad aderire al Partito popolare”. E ancora: “I nostri ideali politici, il nostro povero Paese che ha perso la sua libertà”. L’attrazione del beato per la figura del Savonarola: “Voglio prendere da lui questa forza e libertà di proclamare Cristo e chiamare tutti alla conversione, ossia vivere come veri cristiani”. Appunto: vivere davvero, non limitarsi ad esistere.
Le escursioni alpinistiche. “Su pei monti su pei monti che noi saremo”. Ma anche la preghiera in latino durante l’ascensione: una doppia ascensione dunque, del corpo e dell’anima. “Con l’Eucaristia scalerai meglio, vedrai”. La comunione diaria, cioè quotidiana. “Che sarebbe la nostra vita senza la fede? Soffrire sarebbe insopportabile”. La Società dei tipi loschi, composta di Lestofanti e Lestofantesche (un’anticipazione del “misto”, che nelle organizzazioni cattoliche fiorirà assai più tardi). L’amore per i poveri, visitati nelle loro case. “El amor a los pobres y necesitados – rileva qualcuno - era su norte”. Il Cottolengo. Oropa: “il mio cuore è in quel santuario”.
Torino 1925, circolo “Cesare Balbo”. “Adesso sei nella Fuci, e nella Fuci ti divertirai molto”. La guardia reale, al servizio del governo massonico, che imprigiona i giovani fucini in marcia pacifica per le vie di Roma dopo la messa del papa; ma la bandiera del circolo è salva. Agli amici Pier Giorgio suggerisce di abbandonare le vane letture e leggere piuttosto Papini, santa Caterina da Siena e, soprattutto, le lettere di san Paolo, queste ultime sua lettura quotidiana e con annotazioni a margine: anche qui un’anticipazione rispetto al costume laicale cattolico del tempo.
Forse per queste caratteristiche, e per la comune condizione universitaria e alpina, alcuni membri del CLU di Trento (ricordo tra questi il caro Livio Michelini) adottarono Frassati quale figura di riferimento e – diciamolo pure – esempio di vita virtuosa e modello.
Ruggero Morghen