di Ettore Bonalberti
Si sono svolti vari incontri nel Veneto tra diverse componenti dell’articolata area politico culturale di ispirazione democratico cristiana e popolare. I democratici cristiani che si ritrovano nel partito guidato da Totò Cuffaro si sono incontrati nei giorni scorsi a Vicenza; i Popolari per il Veneto a Padova, mentre è diffuso l’interesse per una ricomposizione politica da perseguire tenendo conto della prossima scadenza per il rinnovo del consiglio regionale veneto e di molti consigli comunali nelle sette province del Veneto.
Pregevoli i documenti elaborato dai Popolari per il Veneto sintetizzati nel Manifesto e meglio analizzati nella bozza di documento di programma. Nell’incontro svoltosi il 23 Aprile scorso in un’affollata sala dell’Hotel Crown Plaza di Padova, ho potuto constatare il forte interesse per l’avvio di una nuova presenza politico organizzativa. Un progetto che intende ripartire dalla base, al di fuori di compromessi e mediazioni romane, con tutti i vantaggi e i limiti di una tale impostazione dai forti connotati autonomistici.
Da parte mia ho evidenziato a uno dei promotori del progetto, l’ex assessore regionale Iles Braghetto, che “se vogliamo concorrere positivamente alla ricomposizione dell’area cattolico popolare: democratica, liberale e cristiano sociale del Veneto, si debba, innanzi tutto favorire l’unità delle diverse componenti che, a diverso titolo, ad essa si rifanno. Occasione essenziale sarà, aggiungevo nella nota inviata a Braghetto, il rinnovo del consiglio regionale, che si potrebbe avere già nel prossimo autunno e le scadenze dei rinnovi dei consigli comunali in molte realtà locali delle nostre sette province.
Credo, concludevo, che, “se vogliamo perseguire con successo tutto ciò, sia indispensabile puntare a rafforzare una lista unitaria del centro ampio e plurale, che sappia comporre un compromesso politico programmatico tra le grandi culture tuttora presenti nel Veneto: popolare, democratico cristiana, liberale, repubblicana, socialista, tenendo presente ciò che sta accadendo anche tra le fila dell’attuale maggioranza di centro destra, che da oltre vent’anni guida il Veneto e ora rischia una prossima leadership dell’estrema destra ex missina”.
Il Veneto sta vivendo un momento di forte contrasto all’interno della maggioranza di destra-centro, con Fratelli d’Italia che intende reclamare per sé la prossima guida del governo regionale, dopo oltre vent’anni di dominio prima esercitato da Forza Italia con Galan ( 2000-2010) e, successivamente, dalla lunga stagione del potere della Lega con Luca Zaia ( 2015-2025). Lo scontro apertosi potrebbe avere sviluppi imprevedibili, considerando che la consistente componente leghista fedele a Zaia non sembra intenzionata a rinunciare a svolgere una forte iniziativa politica, dopo l’impossibilità di un terzo mandato per il loro leader.
Da più parti di area DC e popolare sono pervenuti segnali concreti di movimento, dalle scelte effettuate a Bassano del Grappa e in altre realtà locali venete, alle nette indicazioni degli amici di Scelta Popolare guidata da Giorgio Merlo, interessati alla costruzione di un centro nuovo della politica italiana inserito a pieno titolo nel Partito Popolare Europeo, di cui la DC fu socia fondatrice e che, grazie alle sollecitazioni di Sandro Fontana e Don Gianni Baget Bozzo, portarono all’adesione ad esso di Forza Italia con Silvio Berlusconi.
A Roma, come qui nel Veneto, si tratta di verificare se in Forza Italia prevarrà un passivo e improduttivo istinto di autoreferenzialità, all’insegna del “ meno siamo meglio stiamo”, o se intendono porsi seriamente sulla strada di un forte rilancio del centro nuovo della politica italiana collegato direttamente al PPE. Nel Veneto, stante una situazione di evidente crisi della maggioranza, ci sarebbero tutte le condizioni per avviare un progetto di ricomposizione al centro come quello indicato, non solo per realizzare, un programma ispirato dai nostri valori e interessi, ma per evitare che il governo regionale possa passare alla destra estrema.
Precondizione per quest’alleanza tra le componenti storiche della politica veneta: democristiana, liberale, socialista, repubblicana, rimane, in ogni caso, la ricomposizione politica di tutte le diverse esperienze di partiti, movimenti, gruppi e associazioni che si rifanno alla cultura cattolica: democratica, liberale e cristiano sociale. Si tratta di por fine alla diaspora suicida, ripartendo dalle realtà comunali e provinciali, unendoci su una prospettiva politica in grado di saldare gli interessi e i valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari del Veneto e trovando momenti di partecipazione civica nei quali far emergere una nuova classe di dirigenti politici dotati di passione civile, da candidare e far eleggere nei consigli comunali, presidi insostituibili della democrazia, e in Regione, come è stato nella migliore tradizione del “ Veneto bianco”. Potrebbe esser questa la nuova stagione di un “VENETO POPOLARE”.