Proprio nel momento in cui il Vaticano ha deciso di aprire un'inchiesta per chiarire quanto accaduto dopo 4 decenni di andirivieni, depistaggi e quant'altro, Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che da anni chiede giustizia, ha scandalizzato tutti creando sospetti su una presunta pista in qualificabile che avrebbe coinvolto nientemeno che Giovanni Paolo II.
In un programma televisivo italiano, Orlandi ha lasciato intendere che dietro al terribile mistero potrebbe esserci Karol Wojtyla, proclamato santo nell'aprile 2014.
La frase "shock" pronunciata da Orlandi che implica un papa santo ha provocato una vera tempesta. Soprattutto in un momento in cui si è palesata la volontà di papa Francesco di far luce su una scomparsa che un tempo si pensava fosse collegata a una pista internazionale legata all'attentato contro Giovanni Paolo II nel 1981, poi a loschi affari della banda dalla Magliana, poi alla mafia e infine, ai possibili abusi.
In un clima di assoluto stupore, il primo a rompere il silenzio ieri è stato il cardinale polacco Stanislaus Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e per anni fedele segretario personale di Giovanni Paolo II.
In una dura dichiarazione, in cui non ha nascosto la sua indignazione, pur ammettendo che "quello che è stato fatto a Emanuela e alla sua famiglia è stato un delitto gigantesco", ha anche ritenuto "criminale approfittarne con deliri incontrollabili, tendendo a preventivamente discreditare le persone e l'ambiente, fino a prova contraria, degni di stima universale”.
Riconoscendo che il "dolore incomprimibile di una famiglia che non ha notizie della figlia da 40 anni merita tutto il rispetto e la vicinanza" e dopo aver predetto che la verità emergerà dalle "tante prove, mitomania e menzogne", Dziwisz ha anche evidenziato: "Come segretario particolare di Giovanni Paolo II, posso testimoniare senza timore di essere smentito, che dal primo momento in cui il Santo Padre si è preso carico della questione, ha agito e lo ha fatto agire perché potesse avere un felice esito, ha non ha mai incoraggiato azioni di copertura, ha sempre mostrato affetto, vicinanza, aiuto nei modi più diversi alla famiglia di Emanuela”.
Il Vaticano ha espresso oggi la stessa indignazione. In un articolo in prima pagina de L'Osservatore Romano, il suo direttore editoriale, a differenza del cardinale, ha citato letteralmente Pietro Orlandi e la sua apparizione televisiva in cui venivano mosse squallide insinuazioni nei confronti di Giovanni Paolo II definendole “accuse assurde e diffamatorie e la diffamazione va denunciata perché è indegno di un Paese civile trattare in questo modo qualsiasi persona, viva o morta, sia chierico che laico… Nessuno merita di essere calunniato in questo modo, senza nemmeno uno straccio di prova, sulla base di quanto 'detto' da qualche personaggio sconosciuto della malavita o da qualche squallido commento anonimo fatto in diretta televisiva".
Ci associamo alle dichiarazioni de L’Osservatore Romano, augurandoci che nessuno si permetta mai di “farneticare” per sentito dire.