In morte del cardinale Paul Josef Cordes l’amico Nico Spuntoni, che ben lo conosceva, ha scritto che “la sua impronta, spesso discreta ma sempre incisiva, è indelebile nei pontificati di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI”. Alla sua intuizione, infatti, si devono due 'capolavori' (così li definisce Spuntoni) tanto diversi ma altrettanto rilevanti nella storia recente della Chiesa come la Giornata Mondiale della Gioventù e l’enciclica Deus caritas est.
Di particolare rilievo il suo rapporto con papa Ratzinger, suo conterraneo di cui anche condivideva il nome (ma lui era Josef, non Joseph). “Vivendo a poca distanza l’uno dall'altro - rivela ancora Nico, che scrive per Il Giornale e La nuova bussola quotidiana -, accuditi amorevolmente da consacrate dei Memores Domini e con una fisioterapista in comune, Cordes e Ratzinger hanno rafforzato il loro legame negli anni successivi alla rinuncia. Non a caso nel 2020 il cardinale aveva ereditato la sedia a rotelle ed un orologio salvavita appartenuti all'amato fratello di Benedetto XVI, Georg”.
Del resto, lo stesso papa Benedetto (ritratto da Cordes nella sua biografia intitolata “Drei Päpste”, edita da Herder) asseriva che “il cardinale Cordes è un uomo dalla definitiva decisione”. E aggiungeva: “Il modello di fondo del suo pensiero è molto positivo proprio nelle sue negazioni: riconoscere Cristo, non nella forma della sottomissione alle opinioni e ai poteri dominanti, ma nella fede dei piccoli”. Anche monsignor Georg Gänswein ha voluto dire la sua, precisando in occasione del decesso del cardinale che “il suo grande amore e la sua vera passione erano i movimenti ecclesiali”, che “aiutava con decisione e perseveranza a trovare il giusto posto nell’organismo della Chiesa universale”.
“Una vocazione la sua – precisa don Guido Columbo, consigliere provinciale dei Paolini – al servizio delle vocazioni secolari, laicali”. Documento di questa attenzione, un testo con cui il cardinale tedesco faceva “il punto sulla situazione teologico-pastorale” dei movimenti: edito dalla Libreria editrice Vaticana, si intitola significativamente “Benedetto XVI ispira i nuovi movimenti e le realtà ecclesiali”.
Ruggero Morghen