Dopo il discorso del presidente Trump in occasione del suo giuramento a Capitol Hill, sono molte le interpretazioni che si stanno svolgendo dentro e fuori gli Stati Uniti d’America.

Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a una profonda modifica della tradizionale visione della democrazia americana, dopo un discorso che intende segnare una svolta radicale sul piano istituzionale e economico sociale degli USA.

Ci si chiede come abbiano potuto gli americani per due volte consecutive sostenere, la seconda volta in maniera così plebiscitaria, un leader politico “pregiudicato senza sanzioni”, in forza delle norme che sanciscono la non perseguibilità del Presidente USA, e delle cause di una sconfitta così bruciante per il Partito Democratico, largamente rappresentato dalla maggioranza dei presidenti partecipanti, silenti al rito del giuramento presidenziale, trasformatosi in una sorta di incoronazione del nuovo Zar dell’America.

Rispondendo alle sollecitazioni di un caro amico,  ho ricordato come  un importante sociologo tedesco , Ferdinand Tōnnies, abbia scritto un saggio intitolato: Comunità e società', la prima caratterizzata da un tipo di solidarietà, da lui, connotata come " organica" e la seconda, come " meccanica".  Rapporti strettamente connessi  tra i diversi attori nella prima, come probabilmente sono quelli della società americana extra urbana e dell’America rurale; molto frammentati e ridotti a livello meramente funzionale o di tipo meccanico, quelli delle realtà urbane.

Nel caso di Trump avviene, poi, un fatto nuovo: le nuove élites pluto-tecnocratiche ( ossia i più ricchi degli USA e del mondo) non sono più i burattinai che esercitano il loro potere dall'esterno sui politici, ma assumono in presa diretta il potere, entrando a far parte con ruoli rilevanti nel governo degli Stati Uniti d’America. Trump è riuscito a raccogliere il voto del ceto medio e anche della povera gente; ora, di fatto, però, il potere è nelle mani anche fisicamente di quei personaggi in bella mostra all'atto del giuramento.

E, così, quella che era la democrazia liberale per antonomasia, specie per quelli della mia generazione, ispirati negli anni'60 dagli ideali kennediani, si sta trasformando nella plutocrazia tecnocratica impegnata a dominare il mondo. Ho ricordato che nel mio piccolo paese, Ficarolo ( Rovigo), organizzai, al tempo della presidenza Kennedy, il primo circolo polesano a suo nome….Ascoltare il discorso della rivincita trumpiana di ieri mi ha colpito profondamente, consapevole dell’affermarsi di una realtà alternativa a quella che sognammo negli anni della nostra gioventù.

Credo che, alla fine, però,  questa neo-politica monroviana (L'America agli americani), che è diventata) con Trump-Musk, MAGA (Make America Great Again), sbandierata senza ritegno contro gli stessi amici occidentali, rischi di diventare un boomerang per gli USA che aumenteranno il loro isolamento a partire proprio dai loro alleati tradizionali.

Siamo di fronte al tramonto della democrazia liberale americana e  al trionfo della plutocrazia tecnocratica trumpiana, come ultima fase politica del turbo capitalismo finanziario USA. Serve una risposta unitaria dell’Europa in difesa dei nostri principi di democrazia e libertà.

Messa alle strette, auguriamoci che l'UE sappia ritrovare lo spirito dei padri fondatori: De Gasperi, Adenauer, Monnet e Schuman. Siamo consapevoli che tutti insieme abbiamo il risparmio più grande di quello americano e competenze tecnologiche e scientifiche ai massimi livelli. Servirà unificare i sistemi fiscali ed economico finanziari, partendo  dall'applicazione in sede europea della Legge Glass Steagall e della nostra Legge bancaria del 1936, ristabilendo la netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria, ponendo, in tal modo, fine allo strapotere degli hedge funds anglo caucasici/kazari, con sede operativa nella city of London e fiscale, a tassazione zero, nello stato USA del Delaware.

Purtroppo, l' UE oggi è ostaggio di 5/6 fondi speculatori che controllano al 100% banche, borse, energia, farmacologia, telecomunicazioni e distribuzione alimentare. Ursula von der Leyen ha avuto una prima reazione efficace: è tempo di pensare con una più ampia prospettiva; la cuccagna della difesa a prezzi scontati degli USA è finita; ragioniamo con altri interlocutori, a partire da Cina e India e dai Brics.

Il muro di ferro rappresentato da quei fondi speculatori non sarà facile da superare e servirà sostenere lo sforzo dei governi democratico liberali europei da parte di tutti i cittadini dell’Europa interessati alla difesa della democrazia e della libertà. La presidente Meloni si è iscritta lodevolmente al club degli amici di Trump e intende svolgere un ruolo positivo di raccordo tra USA e Unione europea. Auguriamo alla Presidente del Consiglio ogni miglior successo, cercando di non di cadere nella storica tradizionale, ahinoi, triste tentazione del doppiogiochismo, già sperimentata dolorosamente al tempo delle due guerre mondiali del XX secolo.

Ettore Bonalberti