E’ in atto una deriva anticostituzionale senza precedenti da parte di un governo nazionalista e falsamente sovranista, la cui componente centrale, Forza Italia, appare succube della volontà dell’alleato egemone di destra. Dovrebbe partire da questa constatazione elementare la volontà di concorrere alla costruzione di un centro nuovo della politica italiana, incontro delle grandi culture politiche democratiche come quelle dei popolari, liberali, repubblicani e riformisti socialisti. Analogamente, per noi eredi della tradizione democratico cristiana e popolare, dovrebbe essere prioritario l’impegno per un progetto della nostra ricomposizione politica  dopo la martoriata e suicida lunga stagione della diaspora democristiana.

Stante un sistema elettorale, il rosatellum, che favorisce la realtà di un forzato bipartitismo politico, prevalgono le iniziative di coloro che, per garantirsi candidatura e rappresentanza, danno priorità a logiche di schieramento a favore della destra o della sinistra, finendo con lo svolgere un ruolo subalterno e di inutile copertura a logiche politiche distinte e distanti da quelle ispirate dalla dottrina sociale cristiana.

È evidente che, solo con un ritorno alla legge elettorale proporzionale, sarà possibile favorire il progetto di ricostruzione di un nuovo centro della politica italiana. È quanto intende fare il movimento di Iniziativa Popolare, con la raccolta delle firme per il ripristino della legge elettorale proporzionale, insieme alla proposta di cancellierato sul modello tedesco, alternativo allo squilibrato disegno del premierato meloniano.

Premessa indispensabile per il progetto di ricomposizione politica dell’area cattolica: democratica liberale e cristiano sociale, è concordare una proposta politico programmatica ispirata dai nostri valori e corrispondente agli interessi reali dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, che, stanchi dell’attuale sistema politico amministrativo, da diverso tempo, hanno deciso di disertare le urne, col bel risultato, che la maggioranza della minoranza degli elettori, si trova a guidare con volontà di dominio il governo del nostro Paese.

Provo a indicare alcuni punti di un programma su cui aprire  dialogo e il confronto fra quanti sono interessati/bili al progetto della nostra ricomposizione politica, proposte da approfondire in quella che, da tempo ho auspicato come la nuova Camaldoli del cattolicesimo politico italiano:

1.    Conferma della costituzione repubblicana, piccoli adeguamenti a garanzia dell’elettore/cittadino, nuovo rapporto Stato/Regioni con funzioni solo nazionali e autonomia per tutti, da nord a sud, a gradi con verifiche pattuite per delega; più attenzione, sanzioni certe e controlli degli atti pubblici; 

2.    Stato più efficiente, meno costoso, semplificazione ministeri, massima digitalizzazione; dipendente pubblico un esempio positivo per il privato; meno dirigenti, più responsabilità, più stipendio; riduzione dei passaggi; libertà di accesso e autocertificazioni, ma controlli severi immediati sanzioni certe a valle; no flat tax lineare ma tasse + imposte sempre proporzionali al reddito familiare, ISEE per tutto su base biennale; un ruolo decisivo dovrà essere assunto da una politica fiscale realmente coerente con i dettami dell’art.53 della Costituzione.

3.  Una sola Camera legislativa; un Senato per alte questioni; meno regioni e più Macroregioni; Province più efficaci di aggregazione;  Comuni confinanti aggregati, minimo 3000 abitanti per comune, massimo 4 fusioni; 

4.    Ambiente clima come primario obiettivo salute; contatti con associazioni propositive e con soluzioni; niente barricate, ma progetti concreti urbani;  puntare al 100% di mezzi pubblici non inquinanti; uffici pubblici tutti con utenze non inquinanti da scuole a comuni; fotovoltaico solo su tetti e aree già cementate; recupero ovunque acqua piovana, più bacini; solo pompe di calore e solo auto in garage per nuove costruzioni;    

5:    Programma di politica attiva del lavoro non slegato da riforme fiscali e del cuneo contributivo, oltre che con l’inserimento di una pensione autonoma integrativa legata a quella previdenziale pubblica; uguaglianza contrattuale e stipendi uomini donne, di genere, pubblici e privati; normare contratti regionali e specialistici; governare le differenze fra imprese piccole e grandi; regime fiscale plusvalenze grandi imprese; modello scolastico performante il lavoro; per certi aspetti fiscali e tributari il lavoro del politico equiparato agli altri; diritti e doveri hanno lo stesso peso sociale e civile; 

6:   Riduzione perequazione sociale reddituale; reddito sociale minimo dopo severi controlli individuali e di famiglia un ISEE per tutto (anche per diversi pagamenti); assegnazione lavori di pubblica utilità servizio assistenza a chi percepisce un reddito vitale; ripristinare a scuola l’educazione civica e morale e inclusione; tariffe e canoni in base al reddito; reddito in base al ricavo lordo per tutti i lavoratori; sanità scuola lavoro sono le uniche voci dello Stato (non delle macroregioni) che possono essere in rosso o possono creare debito pubblico; più controlli preventivi e a valle con più forze dell’ordine per strada in luoghi pubblici; 

7:    Famiglia prima figura sociale di educazione formazione: anche inclusiva e laica, moderna e aperta, incentivata per certe funzioni e aspetti;  

8:    Europa sempre, ma meno burocrazia e costi fissi; più perequazione su certi temi: una difesa unica; ufficio unico per affari esteri; fiscalità e tributi uguali in area euro in proporzione produttività e redditività netta; tasse e imposte uguali per tutte le major del web, energia, farmaceutica; contratti strategici unici; difesa della qualità a tavola; lealtà e rispetto degli asset singolo paese; condivisione surplus finanziari; 

9.   Predisporre un piano nazionale industriale che manca a 40 anni partendo dagli asset pubblici-privati e quelli privati (turismo, alimentazione, porti, meccatronica, acciaio …) inalienabili, che siano reddituali o almeno autosufficienti; e anche un piano nazionale agroalimentare che sia ambientale e strategico per le nuove generazioni; 

10.  Predisporre un piano economico nazionale sociale-civile-vitale legato alla sussidiarietà attiva  sociale civili sussidiaria ecologica ambientale, deve essere prioritaria in ogni esercizio e campo al posto di quella solo monetaria e solo finanziaria, ritorno alla economia reale in certi settori, chiudere le delocalizzazioni d’imprese,  controllo e tassazione delle mega rendite anche finanziarie e della gestione patrimoni e assicurazioni da reinvestire nel sociale transizione ecologica, 

11.  Grande progetto integrato da più funzioni per i 2/3 del territorio italiano montano/collinare più vulnerabile, svantaggiato, difficile, abbandonato che può crollare a valle ma anche premiato e autentico patrimonio culturale paesaggistico nazionale che ha in se già milioni di posti di lavoro e fare in modo che ritornino gli occupati a fare impresa e servizi, dalle scuole ai pronto soccorso, dalle regimazioni idrauliche all’antropologia di servizio;  

12. Giustizia a misura del cittadino e non del magistrato;  veloce, certo, equo; separazione drastica delle carriere; autogoverno magistrati composto da meno membri più laici e meno togati, non attivi; eliminare legame amministrativo legale fra politico e magistrato; nessun rientro di carriera per chi fa il politico;  sanzioni esemplari per fuga di notizie e veline di atti processuali di chiunque;  carriere certificate con parametri pubblici; nuovo processo penale, carceri più vivibili, più sanzioni amministrative e servizi sociali al posto delle pene lievi, certezza assoluta e nessuna discrezionalità della sentenza definitiva per i reati gravi

Una particolare attenzione sarà rivolta alle fasce deboli del mercato del lavoro per avviarle all'attività produttiva attraverso una inedita struttura standard di carattere cooperativo-mutualistico dedita all'auto-produzione di beni e servizi di prima necessità.

Tale struttura di prossimità, economicamente autosufficiente, prevede una trasmissione inter-generazionale dei saperi, attraverso l'accompagnamento dei beneficiari da parte di soci senior con funzione di formatori-tutori, e si vuole altamente trasferibile non necessitando di innovazione, né di prodotto né di processo produttivo, autentica alternativa allo stadio attuale di un turbo capitalismo finanziario guidato dalle oligarchie tecnocratiche oggi dominanti e presenti direttamente nel governo degli USA, sempre più lontano dalla migliore tradizione liberal democratica di quel Paese.

Siamo consapevoli del ruolo esercitato nel mondo e in Italia dagli hedge funds anglo-caucasici-kazari, con sede operativa nella city of London e fiscale, a tassazione zero, nello stato USA del Delaware, rispetto al quale unica scelta non più rinviabile sarebbe il ritorno alla legge bancaria del 1936, ristabilendo la netta separazione tra banche di prestito e banche di speculazione finanziaria, insieme alle altre misure più volte indicate in materia di politica finanziaria, come da allegato.

Solo così potremo dare pratica attuazione a quell’impegno etico, prima ancora che politico culturale, di tradurre da laici cattolici nella città dell’uomo gli orientamenti pastorali della dottrina sociale cristiana ispirata dalla centralità della persona, della famiglia e dei corpi intermedi e dai principi della solidarietà e sussidiarietà e, una volta che avremo raggiunto un accordo sul programma, con un’assemblea costituente, formata dai rappresentanti degli esponenti scelti dalla base, potremo decidere le alleanze politiche compatibili, orientate in ogni caso, a difendere e attuare integralmente la Costituzione repubblicana.

Ettore Bonalberti