È cominciata la faida elettorale. Ce n’è per tutti: le Regioni, l’Europa. I candidati si affollano. Alcuni si propongono, altri ci stanno pensando. Quasi tutti aspirano.
In Europa la legge elettorale è proporzionale. Niente inciuci. I partiti italiani si peseranno sui loro voti effettivi. La sfida è tutta qui, perché dell’Europa non gliene frega niente. Riuscirà a non perdere colpi Forza Italia? Si rafforzerà Fratelli d’Italia? Che possibilità avranno i 5Stelle?
Poi, c’è l’enigma del Pd. Che farò la Schlein, si candida o non si candida? La gente non ci dorme la notte per questo dilemma. Sarà superata o no dai 5Stelle? Neppure se si rafforza oltre il 17%. Se i 5Stelle vanno sopra il PD, addio segreteria e il famoso “campo largo” diventa una ciambella di salvataggio. Non è cosa da poco. Dopo la Schlein (e non sarebbe una perdita) già si profilano Bonaccini e, figuratevi, il buon Gentiloni. I voti mancano, ma non i successori. Sono interrogativi pesanti, gravi, gravissimi. Il destino del Paese e del governo dipenderà dall’esito delle elezioni europee. Altro che sovranisti!
Qualcuno, come la Bonino, cerca di ragionare: se i principali leader dei partiti italiani si candidano è per ottenere voti, grazie al prestigio (?) dei loro nomi, ma non andranno mai a Strasburgo. Troppo impegnati all’interno con le loro beghe. E allora, che si candidano a fare? È l’ennesima truffa, sostengono alcuni, uno specchietto per le allodole per ingannare quei pochi che vanno ancora alle urne e manco sanno cos’è l’Europa.
In verità, molti dei candidati o candidabili non lo sanno neppure loro, anche se c’è poco da sapere. l’Europa è una bestia agonizzante. È grossa, è grassa, ha ascendenti illustri, ma il fiato corto, non ha né voce né unghie. Sta lì, perché la geografia è quella che è, ma è solo un pezzo di continente terrestre.
Pessimista? No. Provate a chiedere agli aspiranti a un seggio europei cosa si propongono di fare, quali siano i loro programmi, come pensino di rivitalizzare la bestia. Non sanno che dirvi, non c’è nessuna risposta seria. Solo parole ben arzigogolate per fa capire all’elettore che loro ci sono, loro hanno idee e la loro affermazione elettorale è importante per i destini dell’Europa. Tutte chiacchiere.
Prima di uccidere l’orso, ovviamente, se lo vendono. La distrazione di mercato sono le polemiche sul futuro assetto dei gruppi parlamentari europei. Vuoi vedere che scompare l’eterea Von der Layen, il cui governo non è stato certo alla Bismarck (il Cancelliere di ferro, non la bistecca con l’uovo sopra, attenzione), e riciccia Draghi?
Con quale astrusa maggioranza trasversale potrà essere formata la Commissione europea? Con quali astruse alchimie e astruse dichiarazioni si taciteranno gli scontenti che, invece, non sono astrusi, non sono contenti e vorrebbero un Europa diversa?
Fuori dal contesto europeo, in realtà, sono l’Italia, con le sue beghette storiche (v. il problema del ritorno indubitabile e minaccioso del fascismo con il saluto romano) e il resto del mondo, che invece sì, preoccupa molto.
Sui saluti romani c’è poco da dire. I Romani non salutavano così. Quell’anima sensibile e acculturata di Himmler (noto per il suo sviscerato amore per la razza ebraica) aveva scoperto che, in realtà, il saluto romano non era tale, ma celtico, e così l’aveva gabellato a Hitler e a tutti i nazisti d’Europa. Deve avere avuto una visione, perché i Celti sono morti da un pezzo e, forse, non glielo avevano detto.
Dove, invece, c’è molto da dire è sul resto del mondo senza Europa.
Da uno studio recentissimo emerge che l’Intelligenza Artificiale, fra una decina d’anni, farà scomparire all’incirca il 60% del lavoro esistente. Questa, se verificata, è una notizia sconvolgente. Nessuno se ne preoccupa, ma sarebbe davvero una rivoluzione orbitale che metterebbe nel sacco della spazzatura sindacati, scioperi, laboristi, lavoratori e welfare. Salterebbe tutto il sistema pensionistico. Inimmaginabili sono le conseguenze. Come cautelarsi? Non è una questione politica su cui far polemiche, ma esistenziale.
Altra questione importante: la Hertz mette in vendita sottocosto tutte le sue macchine elettriche. Non vanno bene, costano troppo, non hanno autonomia soddisfacente. Il boom delle macchine elettriche si sta sgonfiando. L’elettricità costa più della benzina. Ma è possibile che nessuno si chieda da cosa deriva l’elettricità? Acqua e carbone o gas, complice l’elettricità, con tanti saluti ai decarbonizzatori incalliti, fautori delle macchine elettriche.
Infine, la terza guerra mondiale è in corso di strutturazione. Non c’è ancora, ma ci sono in giro cartelli tipo “Stiamo lavorando per voi”. La sortita degli Houthi nello Yemen aggiunge un tocco drammatico al già difficile quadro internazionale, devastato dalla guerra russo-ucraina ed ebraico-palestinese. Il blocco del traffico per lo Stretto di Suez costringe il commercio mondiale a circumnavigare l’Africa con un aumento sensibile dei costi per il trasporto di risorse energetiche, derrate, materie prime, semiprodotti e prodotti finiti.
Chiuso il Mar Rosso, il Mediterraneo diventa un lago deserto e l’Italia un paesetto del meridione europeo. Dobbiamo ringraziare Netanyahu, visto che il suo attacco alla Striscia di Gaza ha provocato le ire anti occidentali degli Houthi. L’Italia dovrebbe in un qualche modo intervenire. Vi transita il 40% del nostro import-export, per un valore di 154 miliardi di euro. Ovviamente, si aspetta che l’Europa decida qualcosa, magari una raccomandazione. Siamo impotenti su tutta la linea, questo è vero, ma almeno se ne dovrebbe discutere tra noi. Se ne discute?
Ultimo commento: cherchez la femme. Macron ha deciso di ringiovanire e ammodernare l’equipe governativa, chiamando a capo del governo di Francia un ragazzotto di 33 anni che, un paio di giorno dopo, ha chiamato al Ministero degli Esteri il suo ex-compagno, quasi altrettanto giovane. È una sfida dei tempi. Riusciranno i nostri giovani eroi a cavalcare le tigri?
Stelio W. Venceslai