di Ettore Bonalberti

 

Il contrasto tra i partiti di maggioranza a livello nazionale ha raggiunto il calor bianco. Ho scritto in un twitt: Lega  sotto attacco. Per alcuni di Fratelli d’Italia, Salvini sarebbe un “ bimbominchia”; per Taiani, dopo la polemica con la Lega, “un partito di quaquaraquà populisti”. Quanto potrà durare questa difficile convivenza politica ? È vero che la gestione del potere fa aggio su molte altre considerazioni, ma, a furia di tirare, la corda si spezza e l’Italia non può continuare a ballare con tre politiche estere diverse, due delle quali alternative: Meloni con Trump e Salvini con Putin.

Non sono molto diverse le contrapposizioni nella maggioranza di centro destra che guida da moltissimi anni la Regione Veneto. Fratelli d’Italia reclama la presidenza nel dopo Zaia, il quale attende l’esito della Consulta sulla legittimità e, quindi, possibilità del terzo mandato come richiesto dal collega De Luca per la Campania. Quindici anni di governo regionali di Zaia (2010-2025), dopo il quinquennio di vicepresidente nella giunta Galan (2005-2010), rappresentano la più longeva gestione del potere nel Veneto che,  nella fase dell’egemonia democristiana (1970-1995), aveva visto dei cambi fisiologici prodotti dai mutamenti interni agli equilibri di potere tra le correnti nella DC.

Il partito che aveva saputo interpretare, per un quarto di secolo, gli interessi e i valori della maggioranza  dei ceti medi produttivi e delle classi popolari del Veneto. Una capacità di rappresentanza che la Lega, partendo dal consenso e dal controllo del potere nei comuni e nelle province, ha ereditato e interpretato, con alterne capacità e diverse modalità, con l’ininterrotta guida di Zaia a Palazzo Balbi. Di fronte all’ipotesi di un passaggio del potere dalla Lega veneta agli eredi almirantiani, una grande responsabilità si pone per i partiti e i movimenti che, a diverso titolo, si rifanno alle grandi culture del popolarismo, della Democrazia Cristiana, dei liberali, repubblicani e socialisti del Veneto.

Come, con molti amici ex DC e Popolari, stiamo tentando un processo di ricomposizione politica della nostra area a livello nazionale, processo che continuo a pensare debba partire dalla base territoriale locale, così, a pochi mesi di distanza dal rinnovo del consiglio regionale, credo sarebbe utile e opportuno procedere a una ricomposizione della nostra area di riferimento nel Veneto e puntare a costruire per le prossime elezioni regionali una lista di centro ampia e plurale: popolare, democratico cristiana, liberal democratica, riformista socialista, con una candidato alla presidenza scelto democraticamente con un’ampia consultazione di base.

Dagli amici dei Popolari per il Veneto, con il loro Manifesto e dalle sollecitazioni civiche di Dino Bertocco, così come dai documenti a suo tempo redatti dai Popolari veneti, sono state scritte ottime indicazioni di programma ispirate dai valori della dottrina sociale cristiana, inverati nell’attuale situazione sociopolitica della nostra Regione. Una comunanza di visione strategica da cui possiamo partire per raggiungere, dopo la lunga stagione della diaspora, la nostra unità. Una base, inoltre, per riaprire il dialogo con le componenti di area liberale, repubblicana e socialista, indispensabili per costruire il centro nuovo della politica nel Veneto.

Anche noi di Iniziativa Popolare siamo impegnati a sostenere questo progetto, convinti come siamo, che dopo la lunga stagione di egemonia-dominio leghista, i ceti medi produttivi e le classi popolari venete, sentano l’esigenza di un cambiamento, indispensabile anche per far tornare al voto i tanti renitenti, che da molti anni hanno preferito l’astensionismo elettorale, non ritrovandosi più nell’offerta politica in campo. Ripartiamo, dunque, dai comuni e dalle province, ricostruendo queste alleanze al centro, confrontandoci democraticamente sui temi locali e globali, facendo emergere dalla base una nuova classe dirigente dotata di passione civile, in grado di riportare a Palazzo Balbi la cultura che, da Tomelleri a Bernini e Bottin, ha fatto grande il Veneto e il Nord Est in Italia e in Europa.