Si è svolto, qualche giorno fa, al Senato, in Sala Caduti di Nassiriya, l’interessante seminario sul Nucleare con la partecipazione di esponenti politici di varie Formazioni.
Un'iniziativa che, come è noto, ha trovato l’immediata e convinta adesione e sostegno da parte della sezione di Roma della Democrazia Cristiana.
Nell’introduzione la Sen. P. Binetti ha messo in rilievo la particolare importanza di affrontare, oggi, il tema del Nucleare anche nel nostro paese, afflitto, sempre più, da forte deficit di fonti energetiche.
Per superare questo tabù è però necessaria una forte attenzione economica, sociale, etica e di ricerca scientifica, necessaria per il nostro prossimo futuro.
Nei diversi Interventi soprattutto di manager e tecnici si è sottolineata la necessità di un chiaro indirizzo politico per lo sviluppo energetico del Paese e di una più ampia informazione ai cittadini sulla questione.
Invitati ad intervenire l’ing. Giuseppe Rotunno, Presidente del Comitato per una Civiltà dell’Amore, Egli, ha in primo luogo illustrato i termini della proposta indirizzata all’Unione Europea, con il recente Convegno a Bruxelles “Disarmo Nucleare: opportunità di Pace e Lavoro per l’Europa e per il mondo, affinché essa, in conformità ai primari obiettivi che mossero i suoi Padri fondatori, si faccia Promotrice di Pace, promuovendo dei tavoli di dialogo tra le potenze nucleari per rimuovere consensualmente tutte le testate nucleari, il cui potenziale, anche di poche, è oggi in grado di provocare l’estinzione del genere umano e della vita sulla Terra.
Se Roma e l’Italia, ha detto poi l’ing. Rotunno, sono stati i luoghi della scoperta dell’energia nucleare con E. Fermi e i Ragazzi di V. Panisperna che hanno portato nel mondo questa nuova fonte energetica, sia l’Italia - che da subito ai tempi della ricostruzione con E. Mattei F. Ippolito portarono la nostra Nazione tra le prime ad usufruire della stagione “Atoms for Peace” aperta dal Presidente Eisenhower, costruendo rapidamente le prime tre centrali nucleari - a non far mancare il proprio sostegno politico a questa iniziativa di pace nucleare, per un mondo senza atomiche.
Infine l’Ing. G. Rotunno, dopo aver ricordato che nel 2010 è stato assegnato il Premio Internazionale “Atom for Peace” al Comitato per una “Civiltà dell’Amore”, nelle Mani della Presidente Onoraria Maria Romana De Gasperi, quasi a conclusione del grande programma di Conversione delle 20.000 armi nucleari in elettricità nel mondo con il Piano Usa—Russia “Megatons to Megawatts”.
Rotunno ha concluso che Civiltà dell’Amore porta da Roma in Europa il nuovo Piano di Disarmo e Conversione delle atomiche, ha così concluso: “Il Nucleare è una cosa seria. E’ l’energia più vasta che l’uomo ha scoperto e dominato fino ad oggi. Essa però ha spaventato i popoli perché ne ha preso il sopravvento il suo uso come arma di distruzione di massa, ed è presente anche nella nostra Italia. Mentre è del tutto sottovalutata la sua potenzialità come energia di vita e progresso, per il futuro degli 8 miliardi di abitanti della terra. Essa però va affrontata con molta responsabilità, attenzione e preparazione.
Innanzitutto va fatto in modo che le armi atomiche, che possono effettivamente distruggerci tutti, come stiamo temendo sempre più con questa guerra in Europa, non solo vanno condannate nel loro possibile uso, ma vanno eliminate realmente con l’unico mezzo in grado di distruggerle: i reattori delle centrali nucleari esistenti. Insomma, finché registriamo la destinazione del nucleare a fini bellici, si compromette l’uso pacifico dell’energia nucleare, di cui abbiamo assolutamente bisogno per lo sviluppo sostenibile di tutti.
E anche l’Italia, che ha bombe atomiche ed ha avuto due referendum limitativi dell’uso dell’energia nucleare, deve cambiare rotta, pena la sua esclusione dalla Storia che va avanti. Ci vuole una sinergia di interessi nazionali, quindi una linea di Governo, che duri almeno 40 anni, quanti ne servono per sia eliminare le atomiche presenti sia per portare a regime una consistente quantità di energia nucleare civile per i bisogni delle famiglie, delle imprese e della nazione.
Questo possiamo farlo di nuovo da Cristiani in Politica, come avvenuto nelle linee di Governo per oltre 40 anni con la Democrazia Cristiana”.
Ci auguriamo che queste iniziative possano fare breccia nei tanti ambiti della società civile e tra le nostre Istituzioni nazionali e sovranazionali.
Luigi Rapisarda