L’articolo di Ettore Bonalberti “Vogliamo riprovarci?” pubblicato su Il Popolo ha ridestato in me un nostalgico pensiero che qualche mese fa avevo condiviso con Lucio D’Ubaldo: una Camaldoli 2.

In verità l’amico Ettore - secondo la mia sensibilità – si è spinto oltre. Io non vedo una Camaldoli di esponenti di partito, ma di illuminati, di ricercatori, di pensatori per mettere a fuoco esperienze, tradizioni, visioni, idee, risorse reali a partire dal Codice di Camaldoli e coniugarlo nel solco del tempo e delle esigenze attuali in chiave prioritariamente sociale e prepolitica.

Lo scopo dovrebbe essere quello – detto con un orribile neologismo inglese – di essere degli influencer. Elaborare, cioè, riflessioni e proporle con coraggioso ardimento a coloro che detengono le sorti del nostro Paese. Felici in ogni modo di aver fatto la nostra parte.

Certo non escludo - anzi, auspico - che questo esercizio contribuisca alla formazione di giovani ardimentosi, onesti e convinti che possano pensare anche a una futura militanza politica.

I nostri giorni non sono molto differenti da quelli che hanno fatto da cornice a Camaldoli. Furono giorni drammatici per l’Italia: il 19 luglio 1943 avvenne il terribile bombardamento di San Lorenzo a Roma e il venticinque il Gran Consiglio del fascismo segnò la fine del regime. Il Codice nacque in uno dei momenti più bui della lunga notte della guerra. 

Anche ai nostri giorni “la guerra mondiale a pezzi” - per dirla con Papa Francesco – scuote le nostre coscienze e di fronte alla complessità delle problematiche che s’incrociano, siamo spesso, segnati dalla paura. 

Questi e altri cambiamenti rendono davvero difficile anche il solo tracciare una prospettiva unitaria per un nuovo impegno pubblico dei cattolici: ma quel che è certo è la loro “indispensabilità” nella vita sociale e culturale.

Come non avvertire acuto e profondo lo smarrimento, il disagio, l’interrogativo di fronte alla fase che sta attraversando il nostro Paese, in cui ogni giorno di più si aggravano le questioni non risolte del sistema Italia: l’esperienza di governo del Centro-Destra; le funzioni di indirizzo politico tradizionalmente svolte dai partiti, soppiantate da aggregazioni ad personam spesso a carattere leaderistico e/o populistico. E che dire della bramosia di voler mettere mano alla Costituzione con il Premierato e l’Autonomia differenziata; le funzioni sempre meno rilevanti svolte dalle rappresentanze parlamentar?

Il pensiero, poi, non può non andare al Vecchio Continente! Dove è andato a finire lo spirito dei Padri dell’Europa? Non sia fori luogo un mio sogno che coltivo da tempo, anche se so che non spetta a me promuoverlo, ma almeno auspicarlo.  Insomma: credo proprio che bisognerebbe osare alto e avviare una CAMALDOLI EUROPEA per promuovere con coraggio esperienze, tradizioni, visioni, idee, risorse reali, nella visione degli Stai Uniti d’Europa.

Sarebbe importante che i cristiani europei tornassero a confrontarsi perché l’Europa cresca, ritrovi le sue radici cristiane e la sua anima, si doti di strumenti adeguati alle sfide. I padri fondatori hanno avuto coraggio, rompendo le logiche nazionalistiche e creando una realtà mai vista né in Europa né altrove. Nella ricerca della pace e della tranquillitas ordinis, occorre rendere solidali le democrazie abbandonando il diritto di veto nella continua ricerca del vero bene comune.

Sarebbe davvero importante che i cristiani europei tornassero a confrontarsi perché l’Europa cresca, ritrovi la sua anima, si doti di strumenti adeguati alle sfide.

Ma tornando al nostro Paese stimo che una Camaldoli 2024 sarebbe sacrosanta e benedetta. Ripartire, dunque dal Codice di Camaldoli che, per quanto datato, ha un impianto e un respiro al cui confronto i nostri Parlamentari muovono flebili, tenui e incerti balbettii.

In concreto, significherebbe riprendere in mano quello straordinario documento che reca il titolo “Per la comunità cristiana, principi dell’ordinamento sociale”. E riflettere sulle stesse premesse del Codice di Camaldoli espresse nella Introduzione: “Approfondire i complessi problemi che presenta l’odierna società e offrire al lettore e all’uomo d’azione gli elementi per un orientamento sicuro e al tempo stesso adatto alla contingenza concreta della fase storica e politica che attraversiamo”.

Tre sono i verbi che dovrebbero sostenere e orientare Camaldoli 24 nei confronti del Codice di Camaldoli: CONSERVARE, PURIFICARE, RINNOVARE.

E se Camaldoli 1943 fu orientato dalla Rerum novarum di Leone XIII e dalla Teologia di San Tommaso d’Aquino, oggi la documentazione non manca:

  • Mater et magistra (1961) – Lettera enciclica di Giovanni XXIII sui recenti sviluppi della questione sociale, alla luce della dottrina cristiana.
  • Pacem in terris (1963) – Lettera enciclica di Giovanni XXIII sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà.
  • Dignitatis humanae (1965) – Dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa.
  • Gaudium et spes (1965) – Costituzione pastorale del Concilio Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.
  • Populorum progressio (1967) – Lettera enciclica di Paolo VI sullo sviluppo dei popoli.
  • Octogesima adveniens (1971) – Lettera enciclica di Paolo VI nell’ottantesimo anniversario dellaRerum novarum.
  • Laborem exercens (1981) – Lettera enciclica di Giovanni Paolo II sul lavoro umano nel novantesimo anniversario della Rerum novarum.
  • Sollecitudo rei socialis (1987) – Lettera enciclica di Giovanni Paolo II nel ventesimo anniversario della Populorum progressio.
  • Centesimus annus (1991) – Lettera enciclica di Giovanni Paolo II nel centenario della Rerum Novarum.
  • Evangelium vitae (1995) – Lettera enciclica di Giovanni Paolo II sul valore e l’inviolabilità della vita umana.
  • Deus caritas est (2005) – Lettera enciclica di Benedetto XVI sull’amore cristiano.
  • Spe salvi (2007) – Lettera enciclica di Benedetto XVI sulla speranza cristiana.
  • Caritas in Veritate (2009) – Lettera enciclica di Benedetto XVI sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità
  • Laudato si' (2015) – Lettera enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune.
  • Fratelli tutti (2020) – Lettera enciclica di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale.

Senza dimenticare il Catechismo della Chiesa Cattolica e il Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa.

A ben vedere il lavoro, lo studio, la riflessione su un nuovo umanesimo cristiano si potrebbero certamente fare molto interessanti. Lavoro che potrebbe anche essere raccolto in "Quaderni di Camaldoli" da offrire con sereno coraggio e con la forza dell'umiltà a chi governa il nostro Paese, a chi insegna nelle Università e prepara i nostri giovani, a chi dimostri interesse per i "Quaderni di Camaldoli". 

Ma il secondo, difficile passo è quello di trovare, oggi, compagni di viaggio e uno straordinario gruppo di lavoro come fu quello del 1943. Dove trovare un Sergio Paronetto e un Vittorino Veronese, che organizzarono i lavori di Camaldoli? E poi Ezio Vanoni, Pasquale Saraceno, Paolo Emilio Taviani e, via via, coloro che intervennero in vario modo nella definizione del documento: Aldo Moro, Giorgio La Pira, Igino Giordani, Franco Feroldi, Mario Ferrari Aggradi, Giulio Andreotti, Giuseppe Capograssi e altri, sempre affiancati, da teologi come padre Carlo Boyer, padre Angelo Brucculeri e mons. Carlo Colombo della Cattolica.

Abbiamo bisogno di queste menti e, soprattutto di questi cuori. Abbiamo bisogno di giovani che credano e amino il nostro Paese e siano mossi dalla ricerca del bene comune.

Le iscrizioni sono aperte. Partenza 1° settembre per “Camaldoli 2024”.

Teofilo