Non possiamo continuare a restare fermi in attesa di Godot, il surplace non può essere la condizione dei cattolici nella politica italiana. I Popolari della Margherita, tranne alcuni ultimi ancora fiduciosi, hanno già preso atto del fallimento del progetto aperto al Lingotto da Veltroni nel 2007 e dell’irrimediabile deriva a sinistra di quel partito.
Anche a destra, dopo l’illusione del risultato “specialissimo” della nuova DC di Cuffaro in Sicilia, a molti di noi “ DC non pentiti” appare suicida l’ipotesi di alleanze a destra col solo obiettivo di far sopravvivere nel galleggiamento qualche esponente politico.
Cosa si aspetta a favorire l’avvio di liste di area popolare, tanto nelle prossime elezioni regionali di Lombardia e Lazio che in quelle locali della prossima primavera e, in prospettiva, per le europee del 2024?
Se Maometto non va alla montagna, la montagna andrà a Maometto. Se capi e capetti delle diverse casematte di area DC e popolare in sede romana non sono in grado di avviare un dialogo e un confronto tra di loro, dobbiamo far partire dalla base l’iniziativa politica.
Nelle diverse realtà territoriali locali esistono partiti, movimenti, associazioni e gruppi di area cattolico democratica e cristiano sociale che potrebbero incontrarsi e formare dei comitati di partecipazione democratica e popolare, strumenti indispensabili per definire le priorità politiche e programmatiche a livello glocale e selezionare una nuova classe dirigente indispensabile a rappresentare la nostra cultura politica a livello elettorale.
Certo, un’iniziativa che fosse promossa da Roma potrebbe favorire il progetto, ma, permanendo questa condizione di stallo e di incomunicabilità, è dalla base che deve partire lo stesso. Favoriti dal sistema elettorale proporzionale con preferenze in tutte le prossime elezioni citate, non ci sono più alibi, se non l’egoistica ambizione di qualche solito noto, per contrastare la formazione di liste unitarie di area popolare.
E’ tempo di superare la divisione tra cattolici della morale e cattolici del sociale per ritrovare insieme le ragioni di condivisione dei fondamentali della dottrina sociale cristiana che resta, con la fedeltà alla Costituzione, la base della nostra comune ispirazione etica, politica e culturale.
Il popolarismo sturziano e la lezione degasperiana e della storia migliore della DC sono i nostri riferimenti storico politici, da interpretare alla luce delle esigenze nuove presenti nella nostra società, squassata da disuguaglianze incompatibili con le priorità indicate dai principi di solidarietà e sussidiarietà proprie della nostra cultura.
Non mancano iniziative impegnate nel progetto di ricomposizione politica della nostra area cattolico democratica e cristiano sociale. Cito, tra le più rilevanti, quelle di area popolare promosse dagli amici Merlo e Sanza, della Federazione popolare dei DC di Gargani, Tassone, Gemelli, Eufemi; il movimento partito di Insieme di Giancarlo Infante e Ivo Tarolli; il costante tentativo di mantenere viva la storia e cultura politica della DC di Grassi e tanti altri amici.
Esistono a livello di base tante altre realtà associative che andrebbero sollecitate ad assumere azioni positive e di coordinamento culturale. Molto importante è anche il ruolo svolto da Il Popolo (www.ilpopolo.cloud) e dal sito ufficiale della DC (www.democraziacristiana.cloud), nonché da e altre testate giornalistiche e on line della che si ispirano alla DC: Il Domani d’Italia (www.ildomaniditalia.eu), Politica Insieme (www.politicainsieme.com), cui si è aggiunta da qualche settimana la riedizione della gloriosa testata sturziana del L’Idea popolare (www.lideapopolare.it). Sono luoghi di confronto e di riflessione che possono favorire il dialogo e lo stesso processo di ricomposizione politica di cui il Paese ha necessità.
Premessa indispensabile sarà quella di avviare una seria iniziativa per una legge popolare per il ritorno alla proporzionale con preferenze, conditio sine qua non, se si intende costruire il centro nuovo della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e populista e distinto e distante dalla sinistra alla ricerca affannosa della propria identità.
In parallelo, si dovrebbe ricostituire il vittorioso comitato dei Popolari per il NO alla deforma costituzionale, a suo tempo avviato con l’amico Gargani, al fine di contrastare le derive presidenzialistiche annunciate da una destra nazionalista e sovranista.
Dalla base emergeranno i cahiers de doléance, sulla base dei quali il nuovo centro democratico popolare definirà il programma per l’Italia del 2023, secondo una logica glocale, indispensabile nell’età della globalizzazione.
In alternativa a una destra di governo, che sta mostrando tutti i suoi limiti e contraddizioni e di una sinistra incapace di ridefinire il suo ruolo, è indispensabile, come nei momenti migliori della storia nazionale, che salga dalla vasta e articolata realtà del mondo cattolico, una nuova speranza per la società italiana.
Ettore Bonalberti
Presidente ALEF (Associazione Liberi e Forti