“Non è un libro di nostalgie, di risentimenti o anche di autocelebrazioni” è stato detto presentando il libro del Presidente, come viene ancora chiamato Lorenzo Dellai. “Già il titolo - Essere comunità autonoma. Il Trentino dalle radici alle nuove vie dell'Autonomia (Vitrend 2023) - dice che non è personalistico come altri prodotti di carattere e scopo piuttosto elettorali”.
Quella di Riva del Garda, presso l’Astoria Resort, non è stata una presentazione istituzionale, che già s’era svolta a Trento, ma un’occasione d’incontro – introdotta e moderata da Alessandra Cattoi - per gli amici vecchi e nuovi di Dellai, già presidente della provincia di Trento. “Non è un libro su di me o un libro elettorale” ha ribadito l’autore, concentratosi sull’esigenza del pensiero, della riflessione e di una cultura politica a favore di una comunità che si vuole conservare autonoma. “L’autonomia – ha detto – è un sogno collettivo oppure non è. Dev’essere un laboratorio che affronti la crisi del senso di comunità e lo svuotamento del principio di autonomia, che è la cosa più preoccupante ed è come una rotta che va verso gli scogli”. Un’autonomia, beninteso, dinamica che non va solo difesa – ha sottolineato Claudio Molinari, già senatore – ma piuttosto promossa da parte del Trentino inteso come un insieme di comunità di progetto.
“È un libro che offre importanti spunti di riflessione”, concede l’avvocato Claudio Malfer, che è tornato dopo molti anni alla politica. Dal canto suo l’autore, non più protagonista diretto della politica trentina ma (così si definisce) preparatore atletico, ha aggiunto: “Il Trentino, se si ferma, va indietro. Non può permettersi la mediocrità perché le sfide sono forti, e lenti ma costanti sono gli elementi di erosione della nostra autonomia speciale. Non basta, dunque, avere buoni rapporti col governo amico”. E ancora: “Lo spirito di comunità è necessario per mitigare gli effetti perversi della globalizzazione. Dobbiamo preoccuparci non se siamo piccoli, ma se ragioniamo in piccolo”.
In conclusione, riprendendo un concetto già svolto alle gallerie di Piedicastello: “Occorre ripristinare l’idea di una politica che non si fa rincorrere ma che si sforza, anche con coraggio, di indicare delle mete, evitando di andare dietro al vento. Perché il vento non vede gli scogli: deve vederli la politica”.
di Ruggero Morghen