“Uno scienziato che guardava al futuro”. Nel bicentenario della nascita lo han presentato così, in due giornate di studio, padre Alessandro Serpieri, che a Rimini ha intitolati una via del centro storico e un liceo: “una scuola – ha precisato l’assessore comunale alla cultura – molto importante del tessuto scolastico cittadino, e che da cento anni porta quel nome”. Del resto – ha ricordato la contessa Beatrice M. Serpieri – “Rimini ritorna sempre nella nostra famiglia, mentre non c’è una sommossa risorgimentale dove non ci sia un Serpieri”.
Nel borgo di San Giuliano donna Beatrice ha rievocato la figura di padre Alessandro, con la sua frequentazione del collegio a Urbino, di cui fu rettore per decenni avendo Pascoli come allievo, e le numerose sue pubblicazioni (40 nel catalogo della “Gambalunga”), nonché le radici risorgimentali della famiglia. Una famiglia – ha detto – che “a Rimini ha lasciato qualche segno, qualche traccia”. Ricca, inoltre, di personaggi notevoli tra cui Arrigo il bonificatore, cui si deve la legge Serpieri per la tutela, la gestione e la valorizzazione dei boschi italiani. Una famiglia che può contare anche su due asteroidi, due pianetini intestati con regolare certificazione della Nasa, e in cui prevale la tradizione militare ma è ben presente anche la dimensione della fede.
Dimensione, peraltro, scarsamente lumeggiata nelle due giornate riminesi con riferimento a padre Alessandro, chierico sì – si è detto – ma con un’apertura laica straordinaria e il culto dei valori di patria, famiglia, religione e lavoro (meglio: la virtù del lavoro, “viva il lavoro”). Ecco, piuttosto, il Serpieri scienziato europeo in quanto precursore di una concezione europea della scienza: una scienza popolare, non elitaria, in grado d’istruire e di spiegare proponendo il sapere scientifico come base di un moderno modello educativo (Appunti sul sistema di educazione in un collegio, 1848-50).
Da astronomo Alessandro Serpieri si occupò di eclissi, luce zodiacale, aurore polari e stelle cadenti, di cui determinò alcune radianti. La parola ritorna in sismologia nella sua nozione di “radiante sismico”. È un esempio dell’eclettismo illustrato da Flavio Vetrano, dell’università di Urbino “Carlo Bo”, secondo cui Serpieri introdusse tra i primi il concetto di estetica delle scienze. “Come vi è un’estetica delle arti e delle lettere, così io credo di poter ammettere un’estetica delle scienze”. Concetto reso sinteticamente da Vetrano con la locuzione di “scienza bella”, che comprende tra l’altro la bellezza degli strumenti scientifici, degli spettacoli della scienza e la bellezza della simmetria, fenomeno di riconosciuto valore euristico.
Ruggero Morghen