È un libretto per introdursi consapevolmente nella terza e, potendo, anche nella quarta età. Edito da Vita Trentina, “Invecchiare bene è un’arte” l’ha pensato e, in parte, scritto don Piero Rattin, biblista già delegato del vescovo di Trento per la pastorale di pensionati ed anziani ed ora rettore del santuario della Madonna di Caravaggio a Montagnaga di Pinè. All’agile testo hanno contribuito anche alcuni esperti, tutti rigorosamente anziani.

Dalla sua lettura si ricava che anche la vecchiaia è vita, con una propria forma e un proprio valore. Fino all’ultimo, infatti, si può scegliere, fare anzi – come dice Romano Guardini – una nuova scelta. Nulla è irrimediabile, e anche il proprio passato può essere riscattato. La vita che si allunga apre un nuovo capitolo: la compagnia della solitudine. “Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti son fatica, dolore. Passano presto e noi ci dileguiamo”. “Insegnaci a contare i nostri giorni – invita a pregare la Bibbia - e giungeremo alla sapienza del cuore”. 

Si può davvero cercare nella vecchiaia un senso (ancora Guardini), per di più buono e profondo. È il tempo che va verso il suo compimento, quando sei “vecchio e sazio di giorni”. È l’età della semplicità, della contemplazione; la vecchiaia – assicura Jorge Mario Bergoglio – come vocazione nuova.

 

 Ruggero Morghen