di Luigi Rapisarda

 

 

 

 

Quando le similitudini hanno un senso.

Era immaginabile che quelle grandi manovre che hanno da tempo messo un certo focus sulla Dc di Totò Cuffaro, squarciassero prima o poi il velo che finora FdI le aveva  gelosamente tenute nascoste fino a quando non si fosse profilato un qualche barlume di praticabilità concreta.

Troppo insidiose devono essere apparse a Giorgia Meloni, in queste ultime settimane, le azioni di permanente guerriglia ideologica ordite da Salvini sul piano interno e soprattutto nel quadrante internazionale.

Quello che preoccupa la premier appare essere soprattutto il generale rallentamento  della crescita della coalizione, buon motivo per non tenere ancora sotto la cenere quel certo tentativo di allargamento della maggioranza, di cui se ne è fatto ambasciatore l’on. Gianfranco Rotondi, che pur mantenendo l’identificazione nel logo, Dc di Rotondi, e’ espressione politica del partito di FdI, in quanto eletto quale rappresentante di quel partito.

Ebbene l’incontro di cui fa cenno l’articolo che oggi leggiamo su La Sicilia di una DC corteggiata, a firma di Mario Barresi, dal titolo: “Il Piano nazionale (con Cuffaro) di una DC a trazione meloniana”, ce ne dà prova.

E, non pare possa annoverarsi come un tentativo, quali ex Dc, di uscire dalle secche di una maggioranza che comincia a perdere colpi, tra le ambiguità della premier, senza una chiara linea, soprattutto sul piano internazionale, mentre fluttua tra Trump e l’Ue, per ridare credito ad un progetto centrista.

Quello che sembra trasparire è invece il chiaro proposito di costruire, nell’idea ambiziosa di voler ipotecare, anzitempo, la prossima legislatura, un rafforzamento della base elettorale di questa maggioranza per fronteggiare meglio l’ipotesi di un eventuale sorpasso da parte di una futura coalizione di centro sinistra. 

Ora, se davvero una tale operazione fosse espressione di un così fine disegno sapra’ davvero questa Dc sottrarsi alle spire di un partito ampiamente dominante la coalizione, espressione di una cultura dalla chiara impronta illiberale, sovranista e per certi aspetti - stante le tante ambiguità che l’hanno caratterizzata nei sui contatti con i vertici dell’Unione - anti europea, che la Meloni persegue da tempo? 

La cosa non appare di certo come un fulmine a ciel sereno.

Anzi è la conferma di un lungo percorso che da tempo, parallelamente, ha intrapreso la cosiddetta nuova DC, di Totò Cuffaro, e che è stato motivo di tanti miei articoli e prese di posizione nelle assise del partito da parte mia.

Così non ci sembra un fuor d’opera immaginare la sottile architettura politica che la Meloni sta cercando di mettere in campo.

Da una parte, assicurarsi una copertura elettorale, a fronte di prevedibili cedimenti dell’originaria maggioranza: stante la continua guerriglia messa in atto da Salvini che non accetta di essere l’eterno secondo.

Dall’altra, destrutturare il, pur faticoso, processo di aggregazione delle forze cattolico liberali e democratiche, di matrice centrista, dove la galassia democristiana appare essere la più titolata a riportare stile, metodo e progettualità lungimirante, per una nuova stagione politico-istituzionale - anche nell’infiammato versante della geopolitica - affinché si avvii un netto cambio di passo per superare l’oramai intollerabile deriva populista e nazionalista che sta contaminando tanti paesi di affermata democrazia.

Spero che il partito e con esso, soprattutto, il segretario Cuffaro - che come Odisseo, si è da tempo avventurato su rotte mai prima esplorate dalla Dc - per la semplice ragione che, in occasione delle cinquantennali alleanze di governo con certe forze politiche non c’era assolutamente alcuna pur minima compatibilità culturale e valoriale - non si lasci incantare, per qualche futuribile strapuntino parlamentare, dal canto suadente di Giorgia, che una facile similitudine ce la fa immaginare sotto le sembianze di Scilla, ammaliante Sirena che mai distrae il suo sguardo sopra quell’istimo di mare siculo, ove domina perenne, l’eterna contesa con i gorgheggi irresistibili della seducente Cariddi che custodisce la riva opposta dell’epico stretto.

Sarebbe un vulnus irrecuperabile, ed un insulto ai tanti cattolici che diedero la vita - assieme ai tanti italiani di altre nobili culture - per ridarci una Costituzione fondata sui Valori universali della inviolabilità della persona, la tutela della sua dignità, la libertà, l’ uguaglianza e la fratellanza.

 

Luigi Rapisarda