Tra i reduci della diaspora democristiana condividiamo l’idea che la cultura del popolarismo rappresenti una delle risposte politico culturali più efficaci nell’attuale situazione interna e internazionale. Condividiamo, inoltre, la necessità di superare la lunga stagione delle nostre divisioni suicide dopo la fine della Democrazia Cristiana.

Sappiamo che la disaffezione alla partecipazione elettorale degli italiani è causata dalla rottura intervenuta nel processo di mediazione tra interessi e valori dei ceti medi produttivi e delle classi popolari, che è stata la funzione svolta dalla DC per oltre quarant’anni della politica italiana.

Una disaffezione favorita da un sistema elettorale di tipo maggioritario, che obbliga a una scelta forzata tra schieramenti disomogenei a destra come a sinistra. Sono state tentate molte strade per superare tale triste condizione, sempre ostacolate dal prevalere di interessi e ambizioni personalistiche tra esponenti sempre pronti a coordinare, ma difficilmente disponibili a compartecipare all’eventuale coordinamento e a cogliere le opportunità più facili di galleggiamento e sopravvivenza politica.

Condividiamo, infine, un giudizio negativo su un governo guidato dalla destra meloniana, che dopo le tante promesse elettorali deve fare i conti con le difficoltà dell’attuale situazione economica, sociale e finanziaria dell’Italia. Una situazione, aggravata anche sul piano istituzionale, sia dalle proposte di premierato e di autonomia differenziata, che dal progetto di rendere subordinata la magistratura al potere esecutivo. Trattasi di un progetto di rivincita degli eredi almirantiani, all’opposizione per oltre quarant’anni, oggi impegnati a scardinare le fondamenta della Costituzione repubblicana frutto delle battaglie antifasciste Resistenza.

Se tutto questo è ciò che è condiviso dalla  maggior parte di partiti, movimenti, gruppi e persone dell’area cattolica democratica, liberale e cristiano sociale, si tratta di decidere se e come procedere insieme verso un progetto di federazione democratico cristiana e popolare essenziale per concorrere, con altre componenti di ispirazione democratico liberale e riformista socialista, alla costruzione del centro nuovo della politica italiana.

Questi temi sono stati affrontati, mercoledì scorso, in un incontro del direttivo del movimento di Iniziativa Popolare che ha condiviso un documento nel quale si afferma che:

Iniziativa Popolare è disponibile per un progetto di ricomposizione politica dell’area cattolica, democratico cristiana e popolare, per concorrere alla costruzione di un centro della politica italiana, alternativo alla destra nazionalista e sovranista e alla sinistra alla ricerca della propria identità. Nessuna disponibilità per scelte subalterne a destra o a sinistra. Il documento continua: Consapevoli che, per favorire la nascita di questo centro ampio e plurale, servirà il ritorno alla legge elettorale proporzionale con preferenze, Iniziativa popolare ritiene sia indispensabile verificare con la DC di Cuffaro-Grassi, che ha espresso il suo interesse, e con altre formazioni politiche (vedi Noi moderati dell’On Lupi, Insieme di Infante e Tarolli, amici Sanza, D’Ubaldo, Merlo) la condivisione dei seguenti obiettivi:

  • La partecipazione al comitato per il cancellierato di prossima costituzione notarile
  • La partecipazione alla raccolta firme per una legge di iniziativa popolare per il proporzionale
  • Il sostegno al referendum contro il progetto di autonomia differenziata del governo.

Iniziativa Popolare è interessata a verificare la disponibilità al dialogo con il gruppo di Orizzonti Liberali ( On Marattin) e con Forza Italia, nell’ipotesi di un distacco di quel partito dal governo della destra, per concorrere alla costruzione del nuovo centro della politica italiana.

Insieme a queste azioni da perseguire a livello centrale, si ritiene indispensabile avviare in sede locale dei comitati di partecipazione democratica e popolare, luoghi di dialogo e di ascolto, con le diverse componenti di area cattolica, popolare, liberale e riformista, presenti.

Cartine di tornasole saranno:

  1. L’estensione del comitato per il cancellierato in tutte le sedi locali interessate/bili
  2. Il sostegno all’azione dell’On Palumbo e del comitato referendario per la rappresentanza per il ritorno alla proporzionale;
  3. Il sostegno al NO al progetto di autonomia differenziata del governo.

E’ indispensabile sviluppare un progetto di programma di politica economico finanziaria, che tenga conto dei problemi gravi che il Paese dovrà affrontare, al fine di favorire la crescita economica, il superamento della grave ingiustizia fiscale a danno delle classi lavoratrici, dei pensionati e del ceto medio produttivo e dei seguenti pilastri:

  • scarsità delle materie prime
  • necessità di una politica giovanile in grado di affrontare la questione generazionale che il Paese sta vivendo ( denatalità, scarsità di mano d’opera, fuga dei giovani all’estero)
  • tema dei diritti
  • opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale nei processi di socializzazione e acculturazione
  • funzione e ruolo dei saggi di terza generazione in una seria politica per la terza età

Ettore Bonalberti