Caro Direttore,
il giornale da Lei diretto, come i molti dibattiti delle emittenti televisive, registra una diversificazione crescente delle posizioni in merito al sostegno da dare all’Ucraina di fronte all’aggressione armata da parte della Federazione russa. Il nodo principale che vede posizioni diverse è quello della giustificazione o meno di aiuti militari all’Ucraina, cui se ne accompagna un secondo, quello sull’opportunità di investire più fondi in sicurezza militare.
Tradizionalmente era la destra a sostenere posizioni più favorevoli all’uso dello strumento militare, mentre la sinistra era più incline a negarne l’utilità. Nei casi citati non è più così. Per l’aiuto militare c’è una parte non piccola della sinistra (si pensi anche solo al PD di Letta) che evoca come giusto l’aiuto anche militare a chi resiste all’aggressione (e diventa diffuso il richiamo al giusto aiuto militare alleato alla Resistenza al nazi-fascismo nella seconda parte della seconda guerra mondiale).
Per contro non solo altra parte della sinistra, ma anche componenti del centro-destra (specie di esponenti del mondo dell’informazione) e del mondo cattolico o assumono posizioni di assoluto pacifismo o un giudizio della irrazionalità di “ inutili stragi”, posizioni che suonano come invito alla resa all’aggressore, pensando che è meglio vivere da schiavi e dominati che morire. Quale l’origine intellettuale e morale di tali inedite divisioni?
Anche sul secondo nodo si registrano divisioni inedite, con una parte della sinistra che sostiene il rafforzamento dello strumento militare, particolarmente se coglie l’occasione per dare finalmente vita a efficienti Forze Armate europee, mentre un’altra parte e la parte più vicina alle posizioni di Papa Bergoglio nel mondo cattolico, ritengono scandaloso impiegare risorse per un più efficace strumento militare, premessa di più probabile futuro impiego bellico e comunque in presenza di bisogni assai più prioritari delle popolazioni del mondo.
Anche qui, qual è l’origine intellettuale e morale di tali inedite divisioni? I padri fondatori dell’Europa, cattolici come Degasperi, Adenauer, Schumann non volevano Forze Armate Europee proprio per scongiurare future guerre?
Azzardo una considerazione. La radice intellettuale e morale di tali inedite divisioni sta nel diverso ruolo della razionalità nel passaggio da principi etici a scelte politiche. Vi è un approccio che si può definire “integralista” e un altro “razionale”.
Quest’ultimo mette nel conto le conseguenze di determinate scelte politiche anche nel medio e lungo periodo e tenendo conto della complessità degli elementi in campo mentre il primo considera solo la coerenza delle scelte con singoli principi morali e solo nel breve periodo, selezionando singoli elementi della situazione.
E così abbiamo una sinistra integralista che si accompagna al mondo cattolico integralista e a una destra particolarista, cui si contrappone una sinistra e una destra razionali che si accompagnano a un mondo cattolico pure ispirato a razionalità (quella della quale parlava Papa Ratzinger a Ratisbona).
La questione merita approfondimenti.
Cordialmente
Renzo Gubert
Lettera al quotidiano trentino “l’Adige”