Antonio Gava nacque a Castellammare di Stabia in Provincia di napoli il 30 luglio 1930; era il quarto degli otto figli di Imma Limarzi e del politico veneto Silvio Gava, che è stato per tredici volte ministro (ha presieduto il Ministero della Giustizia, del Tesoro e della Pubblica Amministrazione). Senatore tra gli anni cinquanta e settanta nonché importante esponente della corrente "Dorotea" della Democrazia Cristiana.

Conseguiota la maturità classica nella sua città natale e la successiva laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II nel 1954, diventò docente universitario di Contabilità nazionale nella medesima Università nel 1959.

Alla fine degli anni cinquanta sposò Giuliana Marson e divenne padre di tre figli: Angelo, Antonella e Marco.

Nel 1952 Antonio Gava, dopo la militanza nei gruppi dell'Azione Cattolica, divenne membro del comitato provinciale della Democrazia Cristiana.

Nel 1960 Gava venne eletto Presidente della Provincia di Napoli, carica che mantenne fino al 1969. Alle elezioni politiche del 1972 venne eletto in Parlamento come deputato della Repubblica Italiana nella VI legislatura, ricoprendo questa carica fino al 1992.

Nel 1980 fu nominato Ministro per i Rapporti con il Parlamento nel Governo Forlani fino al 28 giugno 1981. E' stato tre volte Ministro delle Poste e Telecomunicazioni nel Governo Craxi I e II, e nel VI governo Fanfani, e Ministro delle Finanze nel governo Goria. Codesto esecutivo nacque seguito alle elezioni del 1987 successive alla crisi del Governo Craxi II come conseguenza della rottura del cosiddetto Patto della Staffetta tra Bettino Craxi, in quel momento Presidente del Consiglio dei Ministri e Ciriaco De Mita, segretario della Democrazia Cristiana tra il 1982 e il 1989.

Nell'aprile 1988 Ciriaco De Mita (il quale era un suo avversario nella Demcorazia Cristiana poiché afferiva alla corrente "Sinistra di Base", mentre Gava e Forlani appartenevano alla Corrente del "Grande Centro" o "Azione Popolare") lo nominò Ministro dell'Interno.

Nel febbraio 1989 ebbe un ruolo nevralgico nel partito, appoggiando Arnaldo Forlani come Segretario della Democrazia Cristiana, ponendo quindi fine al cosiddetto "doppio incarico" di Ciriaco De Mita. In seguito fu un convinto assertore della nascita del CAF, l'alleanza fra Bettinao Craxi, Giuulio Andreotti e Arnaldo Forlani.

Dopo la caduta del Governo De Mita, Gava fu confermato Ministro dell'Interno nel Governo Andreotti VI , fino all'ottobre del 1990, quando, in seguito a un ictus, fu costretto a lasciare la carica per la quale era stato designato. Il Capo dello Stato Fancesco Cossiga nominò Vincenzo Scotti Ministro dell'Interno.

Gava fu considerato uno fra gli esponenti più potenti e autorevoli nella Demcorazia Cristiana, denigrato dai comunisti e invidiato da molti per la sua capacità di coinvolgere le persone.

Per molti anni e fu soprannominato "il Viceré" grazie alla sua capacità di spostare consensi e di influire incisivamente sulla vita politica italiana e dello stesso partito.

Antonio Gava aiutò i poveri, gli ultimi della sua Castellammare di Stabia che amava, e ha fatto diventare una realtà industriale e turistica un’ intera area

Dall'ottobre del 1990 al 19992 ebbe l'incarico di Presidente del Gruppo Parlamentare democristiano alla Camera dei Deputati. A seguito delle elezioni politiche convocate nel 1992 e considerate le ultime elezioni della cosiddetta Prima Repubblica, Gava venne rieletto e divenne Presidente del gruppo parlamentare democristiano al Senato.

Con Toni Bisaglia, Gava rappresentò una delle componenti più forti della corrente dorotea in grado di svolgere funzioni importanti non solo di rappresentanza degli interessi dei ceti medi produttivi (coltivatori diretti, artigiani, commercianti, piccole  e medie imprese) e delle classi popolari, ma di sostenere gli equilibri fondamentali interni del partito sempre orientati in alternativa ai comunisti nella fedeltà ai valori costituzionali.

Antonio Gava morì a causa di un ictus fulminante l’8 agosto 2008 a Roma. I funerali si celebrarono a Roma e  il giorno dopo a Castellammare di Stabia, dove tantissime persone gremirono la Chiesa in cui vennero officiate le esequie.

Paolo Mele