Paolo Bonomi nasceva a Romentino, in provincia di Novara in Piemonte, il 16 Giugno 1910, da una famiglia di agricoltori. Laureato in scienze economiche e commerciali, manifestò sin da giovane interesse e passione per le problematiche sociali. 

 

Una vita per la giustizia nel mondo contadino

Paolo Bonomi nasceva a Romentino, in provincia di Novara in Piemonte, il 16 Giugno 1910, da una famiglia di agricoltori . Laureato in scienze economiche e commerciali, manifestò sin da giovane interesse e passione per le problematiche sociali.

Passa alla storia del nostro Paese come il fondatore della Coldiretti ed è riuscito a dare nel dopoguerra a otto milioni di coltivatori italiani e alle loro famiglie, fino allora più o meno dimenticati ai margini della società, un' identità precisa e un sistema giuridico e normativo al pari degli altri cittadini italiani. E tutto questo difendendo e promuovendo, sia a livello associativo che parlamentare, gli interessi degli agricoltori, ad esempio, per il riconoscimento di pari diritti con gli altri cittadini e lavoratori, l’assistenza sanitaria (1954), le pensioni (1957), la tutela degli infortuni sul lavoro (1964). Ma il suo più grande successo è nel 1950 la riforma agraria che, in poco meno di quindici anni, toglie 3,7 milioni di ettari al latifondo improduttivo e li redistribuisce a oltre un milione di contadini, realizzando l'unica redistribuzione di ricchezza mai avvenuta dall'Unità d'Italia.

Per mezzo della sua "visione" realizzata, Bonomi ha saputo unire la fedeltà alle «virtù contadine» (il sacrificio del lavoro, la pazienza dei tempi della natura, la preghiera a Dio creatore) con la creatività delle scelte in un mondo in continuo cambiamento.

Paolo Bonomi ha guidato la Coldiretti per ben 36 anni (1944 – 1980), diventadone poi Presidente onorario.

In occasione dei 40 anni della Coldiretti, Amintore Fanfani ricorda sulle pagine de Il Popolo del 12 febbraio 1985, il primo incontro con Bonomi nel settembre del 1945 a Piazza del Gesù. In quell’occasione Bonomi chiese alla DC un prestito di due o tre milioni per avviare la Coldiretti. Gli venne accordato sia per la mediazione di Campilli sia per quella di Giuseppe Dossetti. “La mia considerazione – prosegue Fanfani – crebbe quando dopo pochi mesi constatai che Bonomi era un uomo di saldi propositi e di rispettate promesse: infatti non solo aveva proceduto a dare alla Confederazione dei Coltivatori Diretti una diffusa struttura, ma aveva già restituito la somma chiesta in prestito alla DC, con grandissima meraviglia di Restagno a quel tempo segretario amministrativo, che di richieste molte ne riceveva, ma per la prima volta vedeva uno dei richiedenti puntuale nello sdebitarsi”.

 

Garante della libertà del paese

Il primo avvicinamento diretto con il mondo contadino avviene nel settembre del 1943, quando Bonomi viene nominato Commissario della Federazione Coltivatori Diretti.

Entra poco dopo  in politica e fonda,  30 ottobre 1944, la Coldiretti. Durante il governo provvisorio, designato dalle Associazioni agricole,  fa parte della Consulta nazionale de il 2 giugno 1946 viene eletto deputato della Costituente nelle file della Democrazia Cristiana con 30.929 preferenze, contribuendo alla stesura degli articoli 41 e 42 sulla proprietà privata ed opera come membro della III Sottocommissione per l’esame dei disegni di legge. Nelle prime elezioni politiche del 18 aprile 1948, è eletto con 79.412 voti di preferenza, riuscendo a far eleggere nelle file della DC altri 23 deputati (Bonomi incluso) e 3 senatori appartenenti alla Coldiretti.

Gli studi sulla politica del Dopoguerra non hanno sufficientemente valorizzato la presenza della Coldiretti nelle elezioni del 18 aprile 1948, che ha contribuito ad evitare la vittoria del blocco social - comunista . Ne dà testimonianza preziosa Aldo Moro, come  presidente del Consiglio, nel suo discorso ai quadri dirigenti Coldiretti il 20 maggio 1976: “La vita democratica del nostro Paese sarebbe stata drammaticamente diversa […] se i coltivatori diretti non avessero garantito l’apporto insostituibile del loro voto e del loro consenso. Voi siete i garanti della libertà del Paese” (F. Occhetta e N. Primavera, Paolo Bonomi e il riscatto delle campagne.)

Bonomi siede alla Camera fino al 1983, per otto legislature,

 

Coldiretti: ispirazione, appoggi importanti e storia all’ombra dei campanili

Il  31 ottobre 1944, Bonomi fonda la Federazione Nazionale dei Coltivatori Diretti a Roma nel Palazzo Serlupi - Crescenzi in via del Seminario, investendo la propria liquidazione, insieme a un gruppo di fidati collaboratori che nominano Luigi Anchisi segretario generale. Partecipano molti dirigenti dell’Azione Cattolica Rurale. L’appoggio dei parroci rurali permette in pochi mesi di svolgere riunioni in tutte le campagne del Paese e questo permette il costituire, in ogni capoluogo, la “Federazione Provinciale Coltivatori Diretti, Mezzadri e Coloni”.

Bonomi trova in questo disegno la concretizzazione dell’ ispirazione sturziana, l’appoggio incondizionato di Alcide De Gasperi e, in Vaticano, di alcune figure quali monsignor Giovanni Battista Montini (allora membro della Segreteria di Stato e futuro Papa Paolo VI) e monsignor Pietro Pavan.

Dallo Statuto della Coldiretti del 1944 appare chiaramente la scelta di campo: la neonata organizzazione s’ispira ai principi della scuola cristiano-sociale e ha lo scopo di “agire in tutti i campi per difendere la gente della terra ed elevare economicamente e socialmente le classi contadine promovendo ogni iniziativa rivolta all’incremento della produzione agricola e al potenziamento delle aziende familiari”.

A causa di questa scelta, alcuni attivisti della Coldiretti nel grossetano e vicino a Terni subirono agguati, rimasti però impuniti per le coperture politiche della sinistra comunista. In Emilia Romagna, Giuseppe Fanin pagò la sua appartenenza alla Federazione con il prezzo della vita. Proprio all’ombra dei campanili la Coldiretti faceva nascere una sezione, e quel modello organizzativo permise al sindacato di ramificarsi fino ai borghi rurali più dimenticati. Nel 1947 le sezioni raggiunsero le 5.500 unità, con 618.000 famiglie aderenti. Nel 1952 la Coldiretti contava 7.421 sezioni periferiche, 958.863 famiglie associate e 4.563.201 persone rappresentate (N. Primavera, La gente dei campi ed il sogno di Bonomi, Laurana)

Sul piano politico la Coldiretti, pur nell’autonomia, diventa l’alleata più stretta della DC e contribuisce a formare il “quadrilatero cattolico” (DC – ACLI – Coldiretti – CISL) che dura sino alla fine degli anni Sessanta, quando le ACLI e la CISL decidono di non avere più solamente la DC come unico interlocutore politico.

Recenti analisi hanno particolarmente tracciato lo specifico dell’organizzazione della Coldiretti, seguendone il percorso dalla fondazione all’insediamento a Palazzo Rospigliosi a Roma e fin nel Dipartimento di Stato a Washington, dove Bonomi si recò per la prima volta nel 1954. Tra livello locale, nazionale e globale, la Coldiretti si è vista coinvolta, anche da protagonista, nei momenti più significativi della storia d’Italia: dagli appuntamenti elettorali alle crisi internazionali (le rivolte nel mondo sovietico del 1956 e 1968; il Muro di Berlino; la strage di piazza Fontana), dai problemi della produzione a quelli dell’ambiente e del welfare state; dalla centralità della quantità del cibo a quella della qualità, con l’affermarsi del «mangiare italiano» (E. Bernardi, La coldiretti e la storia d’Italia, Donzelli Editore).

Franco Banchi