Scheda 1

DELLA PACE EST-OVEST CON DISARMO E CONVERSIONE NUCLEARE

PACE EST-OVEST, innanzitutto nucleare per lo Sviluppo Integrale

Perché la Pace Est-Ovest, interessa la UE?

Perché la UE si trova di fatto, non solo geograficamente, tra le due Superpotenze nucleari che ora hanno cominciato a combattersi indirettamente, creando un “muro di odio” insostenibile per noi europei che confiniamo direttamente con la Russia ed che abbiamo rapporti stretti con gli Usa. 

Serve a noi europei (direttamente in contatto con la Russia e con gli Usa) e a tutto il mondo costruirci un futuro di pace, il cui nuovo nome è lo sviluppo integrale 

Dobbiamo ricominciare già con i nostri vicini confinanti ai nostri Paesi e con il mondo intero, attuando e proponendo attraverso le nostre Democrazie una reale Civiltà dell’Amore e non dell’odio, cosa invece che stiamo facendo con gran danno negli ultimi tempi.

L’Unione Europea è nata sulla e dalla Pace di unità nella diversità. 

Solo così resta in piedi, altrimenti crolla sotto le macerie dell’odio e della guerra. Perciò l’Unione Europea  democratica ha fin dall’inizio promosso la Pace Est-Ovest come avvenuto anche nel ’75 con la Conferenza di Helsinky e può e deve riproporre anche oggi tale modello di dialogo e cooperazione nel mondo che oggi precipita nella guerra: Dialogo, senza più minacce nucleari, e Cooperazione per lo sviluppo integrale di tutti. Da ciò scaturirebbe proprio la conversione delle armi nucleari in nuova energia di pace di cui tutto il mondo ha responsabilmente necessità per soddisfare in modo sostenibile la vita e i primari bisogni di tutti.

Iniziative attuali per ricollegarci alla Storia della UE

Attualizzazione della Conferenza di Helsinky per superare la guerra in Europa, richiesta alla UE dal Presidente Mattarella nel 2022 e dalla Chiesa Cattolica (card. Zuppi v. testo allegato) all’ 80° Anniversario del Codice di Camaldoli dei fondatori della Democrazia Cristiana, come Aldo Moro divenuto anche promotore della stessa  Conferenza di Helsinky sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

Eventi ad  Assisi di Civiltà dell’Amore ultimamente con Esperti americani e russi il 25 marzo us. sulla Pace Nucleare Est-Ovest (v. http://www.nuclearforpeace.org/download/Assisi250323.pdf)

Convegno del  5.7. 23 al Parlamento Europeo con Civiltà dell’Amore su Disarmo e Conversione delle armi nucleari in energia di pace e sviluppo (v.  https://www.ilpopolo.cloud/ambiente/1222-a-bruxelles-i-democratici-cristiani-tornano-a-parlare-di-pace.html) a seguito del Convegno a Bruxelles del  31 maggio 2022 con intervento anche della Democrazia Cristiana da Roma (v. http://www.nuclearforpeace.org/download/Bruxelles310522.pdf).

Da dove partire per l’Iniziativa UE di Pace Est-Ovest e avviare lo sviluppo integrale?

Dalle suddette Iniziative e altre precedenti svolte non solo da Civiltà dell’Amore anche presso la DC a Roma,  possiamo offrire la base in UE di una Conferenza e di un Tavolo di Pace Est-Ovest a cominciare dal Disarmo e la Conversione delle armi nucleari in energia di Pace e promuovere lo Sviluppo integrale, cioè sostenibile per tutti gli uomini.

Riprenderemmo così  la strada maestra dell’Europa di Pace nel mondo,  da Cristiani che aprono la Politica alla Civiltà dell’Amore e perché no con una “Camaldoli europea” prima delle prossime Elezioni?

Scheda 2

UNA POLITICA INNOVATIVA PER VINCERE IL DRAMMA DELL'EMIGRAZIONE DI MASSA CON LO SVILUPPO SINERGICO DEI CONTINENTI EUROPA.AFRICA

Emigrazione di massa e nuove povertà, come risolverle?

Europa e Africa sono da sempre continenti complementari, geograficamente e storicamente vicini, che possono collaborare sempre più superando insieme le rispettive difficoltà. Sarebbe un esempio per tutto il Sud del mondo, sempre più determinato a vincere fame, povertà e mancanza di lavoro, che continua a chiedere aiuto al Nord che a sua volta, ora, cerca un nuovo futuro di sviluppo sostenibile nell’era globale.

Vogliamo proporre alla Commissione Europea e al Governo Italiano di proseguire sul solco della iniziativa “Europa abbraccia l’Africa” di Civiltà dell’Amore prefigurata dal 2011 con la Commissione Europea, che è stata avviata effettivamente dalla UE nel 2015 con il Trust Fund for Africa con il coinvolgimento delle imprese europee attraverso la creazione di partnership di medio-lungo periodo con gli operatori in Africa, prevedendo in particolare la fornitura di know-how per microprogetti-microimprese-microcredito e il progresso del personale locale. Ora tale Politica UE di Investimenti Esterni della UE esiste ancora in forma molto marginale nell’attuale Global Gateway Plan, ma va fortemente allargata per vincere alla radice l’emigrazione di massa che nasce nei Villaggi e nelle piccole Comunità dei Paesi poveri dove vive l’80% della popolazione contadina povera dell’Africa.  Così si potrà operare efficacemente alla riduzione progressiva e significativa dell’emigrazione di massa, generata soprattutto da ragioni economiche, dai Paesi poveri e accrescere il livello di internazionalizzazione delle nostre Aziende con uno sviluppo sinergico, come pioneristicamente avviato da Missionari e ONG. 

Questa è la proposta politica di lungo e profondo respiro della tragedia dell’emigrazione di massa dall’Africa.

E il Santo Padre Benedetto XVI, parlando a nome di tutta la Chiesa, nel saluto che ci aveva inviato e che fu letto in apertura dei lavori del Convegno del 2011 “L’Europa incontra l’Africa”, ci incoraggiò profeticamente a: "(..) promuovere la collaborazione tra i due continenti, Europa e Africa, mediante molteplici iniziative che favoriscano la reciprocità nella solidarietà (..)".

Ecco il salto di qualità che la Democrazia Cristiana può portare in UE di comune sviluppo sostenibile con l’Africa: salvarlo e farlo crescere, donandolo a tutti in modo integrale, solidale e intelligente.

A dimostrazione del fondamento di tale proposta politica nella UE può servire di vedere quanto in tal senso è stato realizzato, quale modello di successo ne è emerso e in definitiva quale è la proposta programmatica della Democrazia Cristiana per risolvere bene la tragedia dell’emigrazione di massa  correlata al bisogno di sviluppo sostenibile.

Microprogetti e microimprese realizzati

Dal 1986 ad oggi sono stati promossi e realizzati da Civiltà dell’Amore con oltre 40 istituti Missionari tali interventi in misura di oltre 30.000, come riportato nell’allegata Tabella.

Si è trattato di interventi richiesti da Missionari in altrettanti Paesi poveri nel Mondo e realizzati con la mano d’opera degli stessi beneficiari coinvolti dai Missionari e da Civiltà dell’Amore con propri Volontari dall’Italia. Si è offerta così la possibilità di una vita più dignitosa a oltre 10 milioni di poveri soprattutto nei Villaggi e nelle piccole Comunità, che costituiscono ad esempio in Africa l’80% della popolazione dell’intero Continente. I Fondi sono stati, nella quasi totalità, versati direttamente dai Benefattori ai Missionari.

L’efficacia è stata massima in quanto le richieste provenivano a Civiltà dell’Amore direttamente dai Missionari che, conoscendo bene i bisogni primari allo sviluppo della Comunità, si poteva così prontamente soddisfarli con l’impegno entusiasta della popolazione locale.

Quest’esperienza ci ha fatto vedere che è possibile rispondere puntualmente ai bisogni primari di sviluppo, da parte dei benefattori. 

L’esperienza organica di sviluppo di Micro (Progetti, Imprese e Credito) è stata compiuta a favore di 100 Villaggi poverissimi in Etiopia da Civiltà dell’Amore con il Progetto Employ, di soli 1.250.000€ a favore di una popolazione contadina di 500.000 persone in 3 anni di attività di ONG (Cefa-Onlus capofila) italiana e WODA etiopica, con Università- Link campus, Ente Naz. Microcredito, Ente ASPC e Imprese di energia solare e irrigazione. La qualità della vita dei 100 villaggi è cambiata e si sono avviati alla sviluppo nella propria terra.

Il Modello di successo del Micro in Africa che serve alla UE 

Pertanto dal Convegno alla Ue a Roma del 2011 Civiltà dell’Amore e autorevoli Organismi della Società Civile hanno presentato questi risultati e chiesto a UE, primo grande benefattore al mondo dei Paesi Poveri, di cominciare a destinare i propri fondi in modo molto più efficace e risolvere alla radice il dramma dell’emigrazione forzata che già da allora cominciava ad esserci verso l’Europa. Così la Ue prima con Barroso nei Piani FES nel 2013 e poi soprattutto nel 2015 con Juncker con il Fondo Fiduciario per l’Africa a favore soprattutto di microimprese di giovani e donne per complessivi circa € 5 miliardi e il conseguente External Investment Plan della UE di €44 miliardi.

Così anche la UE ha scoperto i microprogetti, le microimprese, il microcredito nei Piani per i PVS

La proposta Politica della Democrazia Cristiana

L’attuale politica di investimenti  della UE in microimprese e microprogetti  rimasta ora nel Global Gateway Plan è in misura ridotta a qualche percento, nei € 300 miliardi previsti fino al 2027 e che pertanto si trascura lo sviluppo dell’80% della popolazione dei Paesi Poveri, che vive nei Villaggi, costringendoli così  ad abbandonare la loro terra e ad emigrare.

Ecco la proposta politica da fare: destinare a questo modello di sviluppo non solo qualche percento di E300 miliardi ma ben più, dando alla UE un’organizzazione adeguata e funzionale nel gestire gli investimenti capillari.

Infatti l’attività generale nei villaggi poveri è proprio l’agricoltura, rimasta alle tecniche e modalità di secoli fa, mentre l’Europa può molto aiutare con le proprie PMI e le ONG ad una agricoltura moderna e allo sviluppo sostenibile anche nelle miriadi di Villaggi. Si genererà così lo sviluppo di quelle aree arrestando l’emigrazione forzata e offrendo alle nostre PMI e ONG occasione di nuovi spazi di dignitosa lavoro sinergico con le popolazioni bisognose  e crescita economica comune.

Questa è la prima Politica con l’Africa: non solo per evitare alla radice l’emigrazione di massa, ma anche per aprire nuovi canali di cooperazione e di scambio delle nostre PMI per uno sviluppo sinergico con quelle aree.

Infine è ' urgente chiedere alle Nazioni Unite l'istituzione di una "Organizzazione mondiale della Migrazioni" sulla falsariga dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. La OMM deve avere poteri di sanzionamento, come l'OMC. Se la UE lo chiedesse, lo otterrebbe.

Questa è la proposta Politica da fare alla Nuova Europa di cui abbiamo bisogno, non solo per ridurre e sconfiggere l’emigrazione forzata, ma anche per aprire nuovo sviluppo sinergico con il Continente più ricco di materie prime al mondo, ora invaso da Potenze di altri Continenti che ne mortificano anche con guerre e violenze, un più giusto sviluppo integrale di tutta l’Africa



Scheda 3

SFIDA ANTRPOPOLOGIA DELLA VITA NATIRALE E DELL'AMORE FAMILIARE



Infatti si vorrebbe affrontare sistematicamente ed in profondità tale sfida senza soffermarsi ora sui mille aspetti e rivoli che stanno deflagrando a riguardo.

Penseremmo di centrare l’argomento con un primo inquadramento autorevole prodotto da esperti cristiani o dalla Gerarchia  che soggiace a tutti i temi in campo:

Divorzio, aborto, natalità, educazione dei figli, matrimonio, sessualità, crisi familiari, influssi esterni, eutanasia.

Il tutto nell’ottica di Promozione della Vita Naturale e dell’Amore nella e dalla Famiglia, in relazione costruttiva con il mondo esterno.

Certo vanno presi di riferimento Apporti fondamentali (a partire ad es.  dal recente Global Compact on the Family -Pontificio Dicastero della Famiglia fino a tutti gli altri autorevoli Documenti del Magistero Cattolico) su questi temi, da poter ben citare in una apposita SCHEDA finalizzata nel Programma per l’Europa.

Quali suggerimenti  più opportuni per una Scheda di questo genere?

Nell’incontro del 21 settembre ci aiuteranno a inquadrare la Sfida Antropologica e la Proposta della Democrazia Cristiana,  Esponenti di primo piano del Mondo cattolico impegnati in tale sfida 

Vedere Relazioni del l’Evento Civiltà dell’Amore http://www.nuclearforpeace.org/download/Roma060722.pdf

Scheda 4

TRANSIZIONE ECOLOGICA: DALLA CRISI AMBIENTALE ALLA RELAZIONE CON IL CREATORE



PREMESSA

Una proposta di programmazione di Transizione Ecologica deve necessariamente inserirsi in una Visione di Transizione Ecologica globale, nella riscoperta decisiva della Relazione profonda con il Creatore, come ricordato dall’Enciclica di Papa Francesco Laudato si

La Transizione ecologica per realizzarsi in bene presuppone e richiede:

  • La ricerca scientifica che consiste nel riconoscimento di una relazione tra noi e  il Creato mantenuto in essere ogni istante da Chi se non da DIO, al cui contatto noi rinasciamo con un nuovo progresso
  • La ricerca scientifica che si svolge e si svolgerà in modo continuo e senza fine, finché non troviamo chiari limiti nel nostro universo composto da macro e micro sistemi.
  • Una accurata ricerca scientifica che sia confermata pienamente a livello internazionale, come la scienza moderna costituzionalmente esige, sui meccanismi biosferici macro e micro che vanno progressivamente sempre più rispettati e ripristinati adeguatamente;
  • Un controllo istituzionale(con autorevoli Enti mondiali) su tutta la ricerca scientifica perché rispetti il consolidamento dei risultati scientifici su base internazionale e globale;
  • Un arresto il più immediato possibile di tutte le innovazioni ambientali e dell’introduzione di nuovi prodotti che non hanno un chiaro e confermato percorso di economia circolare trasparente e condivisa;
  • Un continuo e condiviso aggiornamento della Visione ecologica integrale alla luce della progressiva ricerca scientifica e dell’attuazione di misure di ripristino naturale della biosfera, nella vita dell’Universo che gradualmente scopriamo;
  • Una continua presa di conoscenza e coscienza pubblica delle scoperte che la ricerca scientifica comunica, dopo aver istituzionalmente consolidato e controllato a livello internazionale i suoi risultati.
  • La verifica dell’impatto ambientale in una strettamente metodologia di economia circolare trasparente di ogni nuovo prodotto immesso nell’ambiente, prima della sua introduzione commerciale.
  • La nascita di Reti Sociali che prendano iniziative locali, e non solo, per realizzare interventi ambientali anche pioneristici e scientificamente sostenibili, affinché  possano indurre analoghe iniziative in altre reti sociali. 

I  SETTORI DELLO SVILUPPO  AD ALTO IMPATTO AMBIENTALE

La Transizione Ecologica riguarda le produzioni introdotte per lo sviluppo umano e che hanno maggiore impatto sull’ambiente sarebbero: l’Energia, il Cibo e i Nuovi Materiali d’uso prodotti dall’industrializzazione.

Negli ultimi 70 anni questi tre settori di produzione hanno portato alla generazione di eccessi di CO2 e di Materiali difficilmente o addirittura non rigenerabili, rispetto a tutte epoche passate. Questi eccessi vanno decisamente ridotti e possibilmente temperati, come la CO2.

ENERGIA e CO2

Infatti la CO2 è passata dalla concentrazione in aria di 260ppm a 415ppm odierni nei nostri ultimi 70 anni, con i conseguenti cambiamenti climatici. 

Serve assolutamente non accrescere questi valori enormemente anzi cercare di ridurli, come è stato dibattuto ad es. al Convegno Civiltà dell’Amore di Assisi il 28 marzo 2020 in Economy of Francesco (http://www.nuclearforpeace.org/download/Programma_Roma2020.pdf).

Pertanto per quanto riguarda l’Energia questa è destinata ad essere sempre più richiesta dalla popolazione mondiale e più carbon-free. Quindi è ad oggi indispensabile il ricorso sempre più vasto all’energia nucleare per la produzione di elettricità, ma anche di idrogeno e di teleriscaldamento.

L’Italia può operare una serio ricorso alle centrali nucleari sia per contribuire in modo esemplare a convertire le atomiche del nuovo disarmo in energia di pace e sviluppo sostenibile, sia a generare l’energia di base per il fabbisogno del Paese e la transizione energetica a costi accessibili complessivamente (v. Seminario di Civiltà dell’Amore per Politici del 19 sett. 2022 Relazione A. Mathis aggiornata e Relazione A. Papa http://www.nuclearforpeace.org/download/Roma190922.pdf 

Inoltre l’Italia può seriamente contribuire alla transizione ecologica europea  unendosi e migliorando la proposta delle prime 11 Nazioni UE ALLIANCE NUCLEAIRE che affrontano la decarbonizzazione con l’impiego dell’energia nucleare ma che va integrata con il contributo delle fonti rinnovabili, come facciamo nella Proposta Italiana .

CIBO (da sviluppare con Esperti)

L’obiettivo è garantire un cibo di qualità a tutta l’umanità, quanto più nel rispetto delle tradizioni locali. Ciò deriva dalla combinazione di una gestione oculata dell’agricoltura e dell’allevamento di bestiame, a livello sia locale che nazionale, continentale e mondiale.
Anche in questo caso, l’analisi OGGETTIVA dei dati, degli attori in campo e dei loro comportamenti porta alla soluzione che contemporaneamente rispetti l’ambiente naturale, anzi, lo migliori

CONCLUSIONE

In questa Visione i problemi ambientali che abbiamo davanti sono tanti e vanno affrontati sistematicamente a partire da quelli che riteniamo prioritari per la vita di tutti. Procederemo consapevoli che è richiesto un tempo almeno pari a quello degli ultimi 70-80 anni per vedere i risultati finali, da quando abbiamo generato effettivamente la crisi ambientale globale.

Dobbiamo riparare i processi naturali che abbiamo alterato e/o rovinato per riportarli verso i livelli naturali, come 70 anni fa circa, con le caratteristiche chimiche. fisiche e terrestri della nostra Biosfera. 

Dobbiamo farlo innanzitutto noi popoli ricchi di prodotti industriali (quindi Europa e Nord del mondo) che hanno e continuano ad alterare la Biosfera, ma da ora in avanti possono correggersi e instradare sulla via dello sviluppo sostenibile per tutti i tanti popoli oggi poveri. 

Questa sarà la Transizione ecologica integrale da compiere nei prossimi 70-80 anni circa fino alla stabilizzazione della dignità di vita e di stile di vita degli esseri umani della popolazione mondiale, come oggi previsto di circa 11 miliardi.