IL POPOLO

Chiesa

Di grande attualità in un mondo lacerato da violenze e guerre, è il messaggio del capitolo 7, “Percorsi di un nuovo incontro” (225-270) dal quale emerge come una proposta di itinerario per la riconciliazione dei popoli laddove “c’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia”. Il Papa riflette sul valore e sulla promozione della pace e sottolinea che essa è legata alla verità, alla giustizia e alla misericordia.
Dai verbi che si sono rincorsi nella lettera enciclica Fratelli Tutti se ne ricava un fonema portante: dialogo. Nasce anche il concetto di vita come "arte dell'incontro" con tutti, anche con le periferie del mondo e con i popoli nativi, perché "qualcosa si impara da tutti, nessuno è inutile. Parlare della “cultura dell'incontro” significa che come popolo ci appassiona cercare di ritrovarsi, cercare punti di contatto, costruire ponti, proiettare qualcosa che includa tutti.
Una vera perla dell’Enciclica è il capitolo V, “La migliore politica” (154-197), quella posta al servizio del vero bene comune (cfr 154), che dovrebbe essere oggetto di attento studio da parte della nostra classe politica e di chi si interessa del bene comune e del governo della cosa pubblica. Una delle forme di carità più, preziose perché è al servizio del bene comune e conosce l'importanza delle persone, intesa come categoria aperta, disponibile al confronto e al dialogo.È anche compito della politica trovare una soluzione a tutto ciò che viola i diritti umani fondamentali, come l'esclusione sociale; il traffico di organi, tessuti, armi e droga; sfruttamento sessuale; lavoro schiavo; terrorismo e criminalità organizzata. Forte è l'appello del Papa ad eliminare definitivamente la tratta, la "vergogna per l'umanità" e la fame, che è "criminale" perché il cibo è "un diritto inalienabile".
Il quarto capitolo dell'enciclica Fratelli tutti: “Un cuore aperto al mondo intero” (128-153), sviluppa alcune delle conseguenze dell'affermazione centrale dell'intero documento: tutti gli esseri umani sono fratelli. Come tutte le grandi verità, anche questa è ricca di conseguenze pratiche. Basta metterla in relazione ad alcuni problemi del nostro tempo, perché questi si illuminino di nuova luce e si comincino a trarre nuove soluzioni. Questo è ciò che fa il Papa in questo quarto capitolo. Se non si vuole ridurla a mera astrazione, la verità della fratellanza universale “pone una serie di sfide che ci allontanano, ci costringono ad assumere nuove prospettive e sviluppare nuove reazioni” (128).
Papa Francesco dedica il capitolo terzo di Fratelli tutti a Pensare e generare un mondo aperto. Comprende 40 numeri ed è uno dei più lunghi dell'intero documento. Si può dire che in esso il Papa pone le basi dottrinali di tutta la sua esposizione. Da qui il suo interesse. Il capitolo inizia con alcune parole del Concilio Vaticano II che richiamano uno degli insegnamenti più belli e profondi di san Giovanni Paolo II nella prima delle sue encicliche. "L'essere umano, scrive Papa Francesco, è fatto in modo tale che non si realizza, non si sviluppa, né può trovare la sua pienezza" se non è nella dedizione sincera di sé agli altri" (87).
Papa Francesco ha indirizzato una Lettera ai partecipanti al Convegno Internazionale per il centenario dell’appello “A tutti gli uomini liberi e forti”. E’ datata 13 giugno 2019, ma è quanto mai prezioso recuperare questo documento del Santo Padre che fa splendida memoria di don Luigi Sturzo. Egli scrisse che per don Luigi Sturzo il compito di informare cristianamente la vita sociale e politica appartiene soprattutto ai laici cristiani che, attraverso il proprio impegno e nella libertà che loro compete in tale ambito, attuano gli insegnamenti sociali della Chiesa, elaborando una sintesi creativa tra fede e storia che trova il suo fulcro nell’amore naturale vivificato dalla grazia divina.
Si rincorrono con una certa frequenza notizie catastrofiche sulla Chiesa e sul Pontificato di Papa Francesco. Si scrivono articoli su quotidiani; si pubblicano libri, si rilasciano interviste che hanno un solo denominatore comune: la denigrazione gratuita. I cosiddetti “titolisti” poi ci sguazzano alla grande: Il giugno nero della Chiesa - La Chiesa brucia: crisi e futuro del cristianesimo - La Chiesa appare annichilita – Nella sua solitudine il pontificato di papa Francesco precipita verso un doloroso fallimento – Questo pontificato è finito in un vicolo cieco - La vita religiosa è in stato comatoso – Devastante il bilancio della pratica liturgica domenicale – Le vocazioni ormai in caduta libera – I vescovi sono allo sbando.
Da troppo tempo certa stampa ripropone a scadenze fisse la teoria secondo la quale Papa Benedetto XVI non si sarebbe mai dimesso. Costoro motiverebbero tale convincimento con le seguenti argomentazioni: il testo della declaratio contiene vistosi errori di latino e il riferimento al fatto che Papa Benedetto avrebbe lasciato l’esercizio del ministerium, ma non il munus. Vediamo di riflettere su queste e altre questioni con obbiettiva pacatezza.
Papa Francesco, in Fratelli Tutti, dopo aver esposto le ombre di un mondo chiuso, offre un esempio luminoso, un presagio di speranza: quello del Buon Samaritano. Il secondo capitolo, "Uno estraneo sulla strada", è dedicato a questa figura evangelica, sottolineando che, in una società malata, che volta le spalle al dolore ed è "analfabeta" nel prendersi cura dei deboli e dei fragili, siamo tutti chiamati, come il Buon Samaritano, a essere vicini all'altro, superando pregiudizi, interessi personali, barriere storiche o culturali.
Il primo capitolo dell'enciclica Fratelli tutti è articolato in 46 numeri. Sottolineano alcune tendenze attuali che ostacolano, se non semplicemente impediscono, la realizzazione della “fraternità universale” (9). Papa Francesco si concentra sulle molte distorsioni dei tempi contemporanei: la manipolazione e la deformazione di concetti come democrazia, libertà o giustizia; la perdita del senso del sociale e della storia; egoismo e disinteresse per il bene comune; il prevalere di una logica di mercato basata sul profitto e sulla cultura dello smaltimento; disoccupazione, razzismo, povertà; la disuguaglianza dei diritti e le sue aberrazioni, come la schiavitù, la tratta, le donne sottoposte e poi costrette ad abortire e il traffico di organi.